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Morire in ospedale: il malato e il notaio (Palermo, 1435) 11
sapendu quantu sia cara a lu grandi Deu la caritati in versu di li poviri malati
e videndu chi in li picculi ospitali di la chitati sunnu malamenti sirvuti, e chi li
dicti ospitali non sunnu sufficienti pi tutti li ammalati et infirmi di la dicta chi-
tati, alcuni di li quali si vidinu muriri pi li strati 6 .
Sull’esempio di altre città – «li quali pi providiri a li bisogni di li poveri
annu ordinatu suntusi spitali» – Palermo avviò il progetto di fondazione
di un nuovo e grande ospedale «pro communi omnium infirmorum uti-
litate et beneficio» 7 . Nella lettera di Mayali non vengono indicate le città
sedi di prestigiosi ospedali; il frate fornì tuttavia l’input, dal momento
che in un punto dei capitoli del 1431 l'universitas di Palermo stabilì di
inviare propri rappresentati o in alternativa scrivere ad alcune città
in cui si trovavano «famusi et caritativi hospitali: Barcellona, Napoli,
Firenze, Siena, Rodi, furono i modelli ospedalieri cui ispirarsi .
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Il 4 gennaio 1431 l’universitas palermitana presentò dunque all’ar-
civescovo de Marinis dei capitoli finalizzati a istituire un nuovo e grande
ospedale cui sarebbero state aggregate alcune delle strutture assisten-
ziali esistenti: «volenduli uniri et reduchiri ad unu notabili et famusu
hospitali undi li poviri peregrini et altri miserabili et inabili persuni
poczanu essiri ben ressi gubernati et subvenuti di loro necessitati» .
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La sede individuata per il nuovo ospedale - dedicato al Santo Spi-
rito - fu Palazzo Sclafani. Lo stato rovinoso dell’edificio aveva reso il
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palazzo invisibile agli occhi dei palermitani, non al punto tuttavia da
dimenticare colui che aveva voluto fosse edificato, Matteo Sclafani, il
conte di Adernò morto da tempo ma vivo nella memoria dei paler-
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6 Asp, Ma, 64, c. 97.
7 Ivi, c. 98.
8 D. Santoro, Abbellire Palermo: la fondazione dell'ospedale grande e nuovo nei
capitoli del 1431, in J.M. Martin, R. Alaggio (a cura di), Quei maledetti normanni.
Studi offerti a Errico Cuozzo, Centro Europeo di Studi Normanni, Ariano Irpino-Na-
poli, 2016 (Medievalia, 5), t. II, p. 1082.
9 Ascp, As, 30, cc. 17-20r. I capitoli del 1431 sono stati pubblicati da D. Santoro,
Abbellire Palermo cit., pp. 1091-1096. Nella bolla di approvazione di papa Eugenio IV del
novembre 1431 - qua praecipit ut omnia urbis hospitalia eorumque bona in unum redu-
cantur - non vengono indicati gli ospedali da aggregare (Aogp, reg. 583, cc. 32v-33); il
numero di sette si ricava da un’iscrizione nell’arco centrale della chiesa di Santo Spirito,
nel cortile del nuovo ospedale; dato contestato nella Historia Magni et Novi Hospitalis
Sancti Spiritus urbis Panormi da Francesco Serio e Mongitore (1706–1766), secondo cui
gli ospedali aggregati sarebbero stati dieci: Asp, Ma, 64, cc. 117-118r.
10 Sulla multiforme attività assistenziale dell’Ordine di Santo Spirito, cfr. F. La
Cava, L'Ordine di Santo Spirito precursore dell'assistenza ospitaliera e sociale, Centro
italiano di storia ospitaliera, Reggio Emilia, 1962, pp. 667-675; A. Esposito, I proietti
dell’ospedale Santo Spirito di Roma: percorsi esistenziali di bambini e famiglie (secoli
XV-XVI), in M.C. Rossi, M. Garbellotti, M. Pellegrini (a cura di), Figli d'elezione. Ado-
zione e affidamento dall'età antica all'età moderna, Carocci, Roma, 2015, pp. 169-199.
11 Cfr. M.A. Russo, I testamenti di Matteo Sclafani (1333-1354), «Mediterranea -
ricerche storiche», 5 (2005), pp. 521-566.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)