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                existens» . In possesso delle sue facoltà mentali, ricoverato nell’ospe-
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                dale  palermitano  di  nuova  fondazione,  Andrea  decide  di  fare  testa-
                mento, atto privato ma al contempo pubblico, aperto a tutti, «il mo-
                mento biografico più alto della socialità di cui partecipa un individuo» :
                                                                                   28
                in lecto iacens – forse circondato da familiari, amici, religiosi, preti, co-
                noscenti,  come  nell’immagine  del  manoscritto  francese  che  ci  regala
                uno spaccato di vita quotidiana (fig. 2) – Andrea è possibile avesse ac-
                canto un religioso, magari il cappellano dell’ospedale, beneficiato con
                un legato destinato alla celebrazione di messe per la salvezza dell’anima
                del testatore. Tra i testimoni sono presenti anche due preti, Enrico de
                Arcuria e Nicolò de la Porta, e un chierico, Gaspare de Settimo. Se, ha
                osservato Bartoli Langeli, in quasi tutti i testamenti del XIII secolo va
                delineato un triangolo testatore/confessore/notaio , con la presenza
                                                                  29
                dunque di religiosi accanto al testatore, Laura Sciascia ha sottolineato
                – quale precipua caratteristica dei testamenti siciliani del XIV secolo –
                la mancata presenza di religiosi accanto al testatore, per effetto forse
                dell’isolamento religioso che vive la Sicilia, causato dall’interdetto pa-
                pale a seguito della guerra del Vespro iniziata con la rivolta di Palermo
                del 1282 .
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                   Di certo, almeno in ospedale, e ormai nel XV secolo, il momento del
                testamento appare strettamente connesso a quello della confessione,
                con la presenza di un prete. Nei capitoli del nuovo ospedale del 1442 –
                successivi di sette anni al testamento di Andrea ma è da ipotizzare che
                certe pratiche fossero in vigore in precedenza  – fu prevista la presenza
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                di un prete «lu quali digia stari continuu a lu hospitali et hagia carricu,
                incontinenti ki intra lu malatu a lu hospitali, confessarilu et quista sia
                la prima medichina, et si peiorassi a li tri iorni li sia data la santa co-
                munioni et successive li altri sacramenti».




                   27  Asp, N, notaio Nicola Aprea, reg. 830, c. 31. Nella sua indagine sul possibile
                autore del Trionfo della Morte, G. Bresc-Bautier, Artistes, Patriciens et Confréries.
                Production et consommation de l'oeuvre d'art à Palerme et en Sicile Occidentale (1348
                -1460), École Française de Rome, Rome, 1979 (Publications de l'École française de
                Rome, 40), p. 85, aveva segnalato il testamento di un moribondo redatto tra le mura
                dell'ospedale.
                   28   A.  Bartoli  Langeli,  Nota  introduttiva,  in  Nolens  intestatus  decedere: il  testa-
                mento come fonte della storia religiosa e sociale, Umbra Cooperativa, Perugia, 1985,
                p. XIV.
                   29  Ivi, p. XI.
                   30  L. Sciascia, Memorie di una lettrice cit., p. 381.
                   31   I  capitoli  del  nuovo  ospedale  del  1442  sono  stati  pubblicati  da  S.  Sambito
                Piombo, Fonti archivistiche per lo studio delle istituzioni sanitarie siciliane, in Malattie
                terapie e istituzioni sanitarie in Sicilia, Centro italiano di storia sanitaria e ospitaliera
                Sicilia, Palermo, 1985, pp. 34-41.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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