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Morire in ospedale: il malato e il notaio (Palermo, 1435) 15
ricoverato nella nuova struttura ospedaliera, porta a supportare con dati
più concreti quello che finora poteva solo essere ipotizzato, vale a dire che
l’ospedale palermitano ebbe un notaio per così dire fidelizzato, nei cui re-
gistri si conservano una serie di atti ricchi di informazioni per la storia
patrimoniale, istituzionale, sociale, e non solo, dell’Ospedale grande, come
riscontrato in altri enti assistenziali; a Barcellona ad esempio, nella prima
metà del XV secolo il notaio Joan Torró lavorò a servizio dell’ospedale della
Santa Creu per oltre quarant’anni .
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2. Un ammalato e un notaio: il testamento dentro l’ospedale (1435)
Il notaio identifica il testatore, ne indica la condizione sociale
(dominus, nobilis, magnificus et egregius, domina, mulier),
ne certifica la capacità di intendere e di volere e di esprimersi chiaramente;
il testatore racconta e si racconta,
proietta oltre la morte i suoi sogni e i suoi progetti 25 .
Il 23 dicembre 1435 Andrea de Clara, abitante di Pollina, rilevante
centro madonita poco distante da Palermo , detta le sue ultime vo-
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lontà. Il testamento si apre con le formule di rito: «timens divinum
repentinum iudicium et humane fragilitatis casum ne quod absit ab
hoc seculo intestatus decederet, volens saluti sue anime et bonorum
suorum salubriter providere, dum vita sibi instat et sensus ac loquele
terminus sibi viget». Nel redigere l’atto testamentario, il notaio tratteg-
gia una scenografia per noi straordinaria, indicando il luogo in cui si
trova Andrea: «presens coram nobis existens intus hospitale noviter
constructum in urbe Panormi, in lecto iacens eger corpore sanus ta-
men gracia Dei onnipotentis mente sueque proprie racionis compos
ficio dell’ospedale militare S. Francesco Saverio, del tutto inadatto; contro tale per-
muta, ratificata nel 1852 ed «effettuata in pieno danno sia materiale come anche
economico», l'Ospedale fece ricorso e ottenne nel 1860 la restituzione di Palazzo
Sclafani ma il decreto rimase inattuato: G. Giordano, L'archivio storico dell'Ospedale
Civico e Benfratelli di Palermo, in C. Valenti (a cura di), Struttura e funzionalità delle
istituzioni ospitaliere siciliane nei secoli XVIII e XIX. Salute e società, Atti del 3° semi-
nario di studi (Palermo, 26-28 ottobre 1989), Centro Italiano di Storia Sanitaria e
Ospitaliera Sicilia, Palermo, 1991, p. 310.
24 J. Marcé Sánchez, D. Piñol Alabart, Activitat notarial i assistència: els protocols
de Joan Torró i l’hospital de la Santa Creu de Barcelona (1401-1444), in G.T. Cole-
santi, S. Marino (a cura di), Memorie dell’assistenza cit., pp. 269-303.
25 L. Sciascia, Memorie di una lettrice di testamenti (secc. XIII-XV), «Mediterranea
- ricerche storiche», 40 (2017), p. 376.
26 Su Pollina, la cui particolare posizione consente lo sbocco a mare, parte della
contea di Geraci, cfr. O. Cancila, I Ventimiglia di Geraci (1258-1619), Associazione
no profit “Mediterranea”, Palermo, 2016, voll. 2, (Quaderni – Mediterranea. Ricerche
storiche, 30), passim.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)