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14 Daniela Santoro
Entro il termine di due anni, dunque, avrebbero dovuto avere inizio
quei lavori di rifacimento necessari a riportare Palazzo Sclafani alla ma-
gnificenza di un tempo.
La scomparsa di fonti indispensabili rende complessa la ricostruzione
della storia dell’ospedale palermitano , la cui memoria è stata danneg-
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giata da eventi volontari o accidentali: dall’incendio del 18 aprile 1593
che distrusse quasi interamente l’archivio ai numerosi trasferimenti nel
corso del tempo dei fondi superstiti, fino alle poco lungimiranti operazioni
di scarto che hanno provocato la perdita di una cospicua quantità di re-
gistri, ad esempio quelli di entrata e uscita degli ammalati . Alla luce di
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tali vuoti documentari, una serie di elementi avevano fatto supporre che
il nuovo ente assistenziale avviasse la sua attività di cura e ospitalità
dagli anni Quaranta del XV secolo: la necessità di massicce opere edilizie
funzionali a rendere agibile il palazzo scelto per ospitare il nuovo ospe-
dale; il fatto che ai primi capitoli del 1431, che avviarono la fondazione,
fecero seguito nel 1442 dei capitoli dedicati nello specifico al governo e
all’amministrazione del nuovo ospedale, capitoli che attestano dunque
l’effettivo funzionamento dell’ente assistenziale.
Intento di questo saggio è dimostrare come l’ospedale grande Santo Spi-
rito di Palermo accolse poveri e ammalati almeno dal 1435: i lavori di re-
stauro, dunque, dovettero avere inizio già prima dell’acquisto del palazzo,
entro i due anni previsti nei capitoli fondativi del 1431. Il cavallo di Troia
che consente di penetrare all’interno di un edificio sottoposto nel corso dei
secoli a radicali trasformazioni e ripetuti danneggiamenti, oggi fruibile in
rare occasioni , è un testamento: oltre a svelare il nome di un uomo
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nomina confermata da Eugenio IV il 9 marzo 1435: Id., I nepoti dell’Abbas Panormi-
tanus, l’anticardinale Nicolò Tudisco, in M. Montesano (a cura di), «Come l’orco della
fiaba». Studi per Franco Cardini, SISMEL Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2010, pp.
385-392.
21 Opportuno continuare a rimarcare quanto già segnalato da G. Bonaffini, Per
una storia delle istituzioni ospedaliere a Palermo tra XV e XIX secolo. Fonti e proposte,
ILA Palma, Palermo-São Paulo, 1980, p. 22, nota 18: la sparizione del Libro rosso
dell’Ospedale grande di Palermo, utilizzato e citato in tanti punti da Francesco Serio
e Mongitore nella Historia Magni et Novi Hospitalis Sancti Spiritus urbis Panormi del
1741 (Asp, Ma, 64).
22 Cfr. D. Santoro, La memoria bruciata. L'Archivio dell'Ospedale Grande di Pa-
lermo, in G.T. Colesanti, S. Marino (a cura di), Memorie dell’assistenza. Istituzioni e
fonti ospedaliere in Italia e in Europa (secc. XIII-XVI), Pacini Editore, Pisa, 2019, pp.
247-265. Estremamente ricca, invece, la documentazione dell’ospedale napoletano
di Sant’Angelo al Nilo: G.T. Colesanti, G. Capone, El hospital laico de Sant Ángelo a
Nido de Nápoles en la segunda mitad del siglo XV, «Edad Media. Revista de Historia»,
24 (2023), pp. 41-66.
23 Palazzo Sclafani, di proprietà dell’Esercito Italiano, è aperto al pubblico in oc-
casione di eventi speciali come le Giornate FAI o le Vie dei Tesori. In seguito ai moti
rivoluzionari del 1848, il palazzo fu sequestrato dal governo borbonico per motivi
strategici e trasformato in caserma, in cambio fu concesso all’Ospedale grande l’edi-
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)