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                temente nella penisola iberica e solo raramente, per questo fine, nella
                penisola italiana .
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                    La ricerca del lusso, dell’esotico e del raro perseguita alla corte di
                Mantova comprendeva gli oggetti, gli animali e anche le persone.


                Conclusione

                    Il saggio ha cercato di combinare insieme tre prospettive, storia
                politica delle fazioni genovesi, circolazione delle merci di lusso e reti
                sociali dei mercanti, dalla seconda metà del Quattrocento ai primi de-
                cenni del secolo successivo. Tale incrocio di prospettive è stato incen-
                trato sulle relazioni tra Genova e Mantova, ma il contesto geografico è
                stato ampliato fino a ricomprendere un’ottica globale. L’idea di coniu-
                gare insieme tali prospettive è sorta osservando l’isolamento dei diversi
                ambiti disciplinari in seno alla storiografia genovese. Molto spesso il
                ruolo dei mercanti è stato studiato in lavori pregevoli, che tuttavia non
                hanno contemperato o addirittura hanno del tutto escluso la storia
                politica (Heers). In parte tale isolamento può essere stato determinato
                dalle caratteristiche stesse della documentazione d’archivio e dalla sua
                consultazione. Molto spesso studiose e studiosi nell’approccio alle te-
                matiche della storia economica hanno privilegiato il ricchissimo archi-
                vio notarile.
                    Le vicende delle persone e le informazioni sulle merci e gli oggetti
                che si possono reperire studiando tale fondo documentario sono dif-
                ficilmente  collegabili  alle  informazioni  che  si  reperiscono  in  altri
                fondi, a meno di non condurre uno spoglio approfondito. Il notarile
                dischiude storie inaspettate e interessanti, mostra scorci su vicende
                e persone poco menzionate in altri fondi; tali informazioni possono
                emergere spesso in modo casuale, sporadico e improvviso in seguito
                alla lettura costante e seriale delle carte delle filze. Molto difficile è
                anche ricostruire il filo di tali vicende: se un nome, un oggetto o una
                istituzione vengono menzionati in una filza, non è affatto detto che
                ulteriori informazioni emergano nella stessa filza, o in un’altra filza
                dello stesso notaio. Per ricostruire una vicenda coerente occorre uno
                spoglio sistematico sulla presenza.
                    Le fonti che descrivono l’articolazione del sistema politico geno-
                vese, più coese, raramente sono state connesse con quelle notarili. Nel


                   58  Non esiste un lavoro sistematico per la presenza delle persone subsahariane nella
                penisola italiana per il Quattrocento e il Cinquecento. La presenza è attestata alla fine
                del Quattrocento in Sicilia, come schiavitù per lavori pesanti (ma non nei trappeti che
                producevano zucchero), pochi individui a Genova e alcuni in arrivo a Roma e a Firenze,
                tramite le reti dei mercanti fiorentini, come Bartolomeo Marchionni.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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