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50 Carlo Taviani
1519 e il 1529 (come poi Sinibaldo) la funzione di inviato della Repub-
blica per gli interessi istituzionali e commerciali genovesi a Barcellona.
Martino nei decenni precedenti si era legato a una vasta rete di mer-
canti a Siviglia. Faceva affari con il fratello Stefano Centurione, con la
potente famiglia dei Pinelli, dei Grimaldi e dei Cattaneo.
Nel 1509, supportato da Battista Cattaneo, aveva investito nelle
imprese dei Portoghesi in India e si era recato a Calcutta, per fare ri-
fornimento di spezie . Il documento relativo al suo viaggio costituisce
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uno dei pochi indizi dell’esistenza di interessi commerciali genovesi in
India nei primi anni del Cinquecento. Mette in luce come le reti geno-
vesi utilizzassero la via portoghese della circumnavigazione dell’Africa.
Anche il caso di Martino Centurione mostra come sia possibile cogliere
da un lato la dimensione istituzionale e politica, attraverso i carteggi
genovesi con Barcellona e, dall’altro, quella commerciale, attraverso le
carte di un altro fondo notarile, quello sivigliano.
Nei paragrafi precedenti sono stati menzionati i prodotti di lusso
che raggiunsero Mantova e la corte dei Gonzaga (materiali e oggetti) e
gli animali rari. Gli scambi tra Mantova e Genova consentono di ap-
profondire una dimensione ancora più complessa: il traffico di esseri
umani dalle aree dell’Africa subsahariana. Nel 1529 Federico II Gon-
zaga era in contatto con l’influente mercante genovese Ansaldo Gri-
maldi. Federico chiedeva alcune persone ridotte in schiavitù per lavo-
rare ai giardini della corte. Specificava nella lettera che fossero “negri
de buona persona et forti, quali siano atti a lavorar giardini” .
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Tra la fine del Quattrocento e i primi tre decenni del secolo suc-
cessivo è attestato l’interesse di diverse persone della famiglia Gonzaga
per le persone ridotte in schiavitù provenienti dall’Africa sub-saha-
riana. In un saggio precursore nel suo genere per gli studi sulle rela-
zioni tra la penisola italiana e l’Africa e la storia della schiavitù subsa-
hariana, Kate Lowe ha messo in evidenza come Isabella Gonzaga cer-
casse infanti o adolescenti provenienti dall’Africa che fossero il più
possibile di carnagione nera .
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53 J.J. Lacueva Muñoz, Comerciantes de Sevilla. Regesto de documentos nota-
riales del Fondo Enrique Otte cit., p. 315.
54 Asm, Archivio Gonzaga, Copialettere b. 2932, lib. 299, c. 92r: «Per il che de-
siderando io summamente de haver qualche schiavi negri de buona persona et
forti, quali siano atti a lavorar giardini, non ho voluto usar in ciò del mezo d’altri
che di lei, così con ogni afficacia (sic) la priego che la voglia esser contenta de
operarsi in questo mio desiderio, facendone retrovar quattro che siano al propo-
sito». 11 Novembre, 1529.
55 K. Lowe, Isabella d’Este and the Acquisition of Black Africans at the Mantuan
Court, in P. Jackson e G. Rebecchini (a cura di), Mantova e il Rinascimento italiano:
studi in onore di David S. Chambers, Semetti, Mantova, 2011, pp. 65–76.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)