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Le reti dei mercanti e delle fazioni genovesi: commerci globali, guerre d’italia e... 47
erano tanto più strette, probabilmente perché l’incarico era stato ri-
chiesto per un viaggio verso la Francia, dove i Fregoso avevano contatti
e relazioni stratificate. Non solo perché al sovrano Francese Ottaviano
Fregoso aveva ceduto nel 1515 la sovranità di Genova, ma anche per-
ché la Provenza era uno dei luoghi di radicamento dei Fregoso: una
delle aree dove avevano trovato asilo nei decenni precedenti. Infine, in
quel periodo, come scriveva Battista, in Provenza si trovava Andrea
Doria, che era legato ai Fregoso .
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Nelle righe successive della lettera Battista chiedeva al marchese
di intercedere per il suo signore, Ottaviano, che si trovava in carcere
ad Ischia. Lo faceva quasi osando, dunque sapendo che si trattava di
una richiesta impegnativa: “io ardischo forsi temerariamente de ricor-
dargli la captività de Octaviano” .
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Si trattava però di una richiesta che proveniva da un agente che
aveva in quella fase, come abbiamo visto, minori risorse di quelle che
aveva potuto usare nel passato, quando i suoi signori erano al potere.
Non sappiamo se queste manovre ebbero un seguito: il marchese di
Mantova probabilmente non si mosse in favore di Ottaviano o se lo
fece non ne ottenne la liberazione. Ottaviano morì nel 1524. Le attività
di Battista continuarono per qualche tempo negli anni successivi, ma
l’intensità degli scambi epistolari e commerciali si affievolì progressi-
vamente. Venne soppiantato lentamente da altri intermediari, inseriti
nel nuovo contesto politico.
3. Dagli Adorno ad Andrea Doria: Paolo Giovio e Sinibaldo Fieschi
(1522-1530)
Negli anni Venti Genova venne progressivamente assorbita nel si-
stema di Carlo V. Dopo il sacco della città del 1522 e la cacciata dei
Fregoso, gli Adorno presero il potere; poi verso la fine del decennio
Andrea Doria stabilizzò la politica genovese nell’ambito dell’orbita di
Carlo V. Doria era stato un fedele alleato dei Fregoso fino alla fine degli
44 Asm, Archivio Gonzaga, 758, n. 350, 24 aprile 1523.
45 «Lunedì prossimo passato havendo la comodità di persona fidata ho scripto
a Mons.re di Salerno et advertito soa si.ria della deliberatione de v.ex.tia di man-
dare il prefacto S.or Ferrante da la Cesarea M.ta et che mi ero mandato a offerire
a v.a ex.a de andare per uno salvaconducto et come poteria achadere che v.a. ex.a
si servirià di me per il tale effecto et hogli data questa noticia per servitù e bono
animo ch esoa s.ria porta a v.a. ex.a. acioché possa fare alcuna provisione in pro-
venza a beneficio di Ferante et a servicio de v.a. ex.a. a la quale io ardischo forsi
temerariamente de ricordargli la captività de Octaviano, la sua strettezza e la male
agiata soa, per acioché possiando per qualche modo giovarlli voglio porger adiuto
a favore suo et a questo non vorria che v.a. ex.a vogli facesse per littere risposta
alcuna […] ma qui si degnasse de farlo per ambasciata fidata», ivi.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)