Page 10 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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434 Paola Volpini
El oficio del enbaxador me muestra mas intricadas verdades, i me
parece deve ser su eleccion mui meditada; porque […] va un onbre
solo, que no à de comunicar las cosas intenpestivas, ni puede las pen-
sadas, con otro que con su ingenio (solisimo, i peligroso conpañero)
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desconsolado, i aventurado a no tener enmienda, si abraça lo peor .
Un «hombre solo» a Corte
L’ufficio descritto da Juan de Vera, colto, in questo brano, nei suoi
aspetti della solitudine e del pericolo, può servirci da chiave per aprire
immediatamente le nostre considerazioni su questa dimensione scar-
samente indagata dell’ambasciatore. Il brano mette al centro un uomo
solo, una figura che rischia continuamente di trovarsi isolato rispetto
ai suoi numerosi referenti: il sovrano lontano, anzitutto, le figure della
corte ospitante e gli altri ambasciatori. A partire dagli elementi dell’opa-
cità, dell’incertezza e dell’instabilità della posizione del diplomatico (un
termine che al tempo non era ancora in uso ), ricorrenti tanto nella
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trattatistica quanto nei dispacci , questo saggio proporrà alcune rifles-
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sioni in diverse direzioni: dai comportamenti che gli ambasciatori dove-
vano adottare nei consessi pubblici, spesso in un contesto
particolarmente instabile come quello dei rapporti fra emissari di
diversi stati presso una corte estera, alla collocazione degli ambascia-
tori come sudditi dei rispettivi sovrani o all’individuazione di un’identità
condivisa e di un incipiente spirito di corpo.
Ho scelto come punto di osservazione principalmente la corte di Spa-
gna fra la fine del ‘500 e la metà del ‘600 per far emergere il gioco fra
ambasciatori maggiori e minori, cercando di riflettere anche sui
momenti di incontro pubblico, sugli spazi e sulle forme di aggregazione
fra diplomatici e in particolar modo sulla posizione dei rappresentanti
degli stati minori in quella grande corte popolata da aristocratici, corti-
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giani e alti ufficiali . In questo spazio sono ancora più evidenti per gli
ambasciatori minori gli elementi di isolamento o solitudine sia perché
1 Juan Antonio de Vera Figueroa y Zuñiga, El enbaxador, Francisco de Lyra,
Sevilla,1620, folio 11 r. e v.
2 N.F. May, Le cérémonial diplomatique et les transformations du concept de représen-
tation au XVIIe siècle, in D. Aznar, G. Hanotin, N. F. May, Niels (eds.), À la place du roi.
Vice-rois, gouverneurs et ambassadeurs dans les monarchies française et espagnole
(XVIe–XVIIe siècle), Casa de Velázquez, Madrid, 2014, pp. 35-49: p. 35.
3 Nei saggi raccolti nel volume dedicato all’entretien l’ambiguità del ruolo diplomatico
emerge con forza. Per tutti richiamo J.–C. Waquet, Introduction, in S. Andretta et al.
(eds.), Paroles de Négociateurs. L’entretien dans la pratique diplomatique de la fin du
Moyen Âge à la fin du XIXe siècle, École française de Rome, Rome, 2010, pp.1-26: p. 23.
4 Sul concetto di piccolo stato, stato minore, si rimanda a M. Bazzoli, Il piccolo Stato
nell’età moderna. Studi sul concetto della politica internazionale tra XVI e XVIII secolo,
Jaca Book, Milano, 1990; G. Galasso, ‘Piccolo Stato’ e storiografia italiana dal Rinasci-
mento al Risorgimento, in L. Barletta, F. Cardini, G. Galasso (a cura di), Il Piccolo Stato.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)