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fine del secolo XVI, quando le esigenze di uniformizzazione in senso
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aristocratico si fecero più pressanti .
Sulle forme di sociabilità in questo periodo nel vasto spazio dell’arena
politica ha richiamato l’attenzione Filippo De Vivo nella sua ricerca sul
caso peculiare di Venezia all’inizio del secolo XVII. De Vivo ha indagato
i luoghi di incontro della politica e della sociabilità prima dei caffè, indi-
viduandoli nei negozi dei barbieri, e anche nelle stamperie e nelle bot-
teghe. L’autore si riferisce in termini generali ai luoghi del politico – non
specificamente a quelli dell’azione diplomatica – e mette in luce come
la divisione oligarchica a Venezia fosse attraversata da continui scambi
almeno a livello della comunicazione. I professionisti dell’informazione,
infatti, non si incontravano solo nel broglio o nelle ambasciate ma anche
in locali pubblici o semipubblici, come stamperie e librerie, taverne e
botteghe, spezierie e barberie. Questi luoghi, in cui la discussione poli-
tica s’intrecciava con le forme urbane dello svago, rendevano possibile
lo scambio e la discussione fra ampi gruppi sociali, ma la loro funzione,
osserva De Vivo, è stata «sottovalutata negli studi sull’aggregarsi della
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sfera pubblica» dedicati piuttosto alla sociabilità nei caffè e nei salotti,
che si sarebbe sviluppata solo più tardi. È una prospettiva feconda
anche per approssimarsi alla sociabilità dei diplomatici nella prima età
moderna, un ambito in cui allo svago e alle relazioni sociali si attribuiva
anche un significato politico. L’universo politico infatti, non attiene
esclusivamente all’area della decisione, ma si estende alle pratiche del
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soft power e della discussione attraverso diverse forme di comunica-
zione nelle corti e nelle città, con margini differenti di esercizio di un
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ruolo di influenza nei confronti del vertice .
Rispetto al tema che sto affrontando appare chiaro quanto sia impor-
tante definire una periodizzazione della formazione del sistema diploma-
12 Per il caso della nobiltà toscana di tradizione repubblicana, J. Woodhouse, Introdu-
zione, in Vincenzo Borghini, Storia della nobiltà fiorentina, Marlin, Pisa, 1974, pp. XIII-LIII:
pp. XX-XXVIII; sulla nuova nobiltà che sarebbe nata in seguito, J. Boutier, Una nobiltà
urbana in età moderna. Aspetti della morfologia sociale della nobiltà fiorentina, «Dimensioni
e problemi della Ricerca storica», 2 (1993), pp. 141-159 e P. Volpini, Aristocratici amba-
sciatori: homines veteres e novi al servizio dei granduchi di Toscana, in G. Muto, A. Terrasa
Lozano (eds.), Estrategias culturales y circulación de la nueva nobleza en Europa (1570-
1707), Doce Calles, Madrid, 2016, pp. 233-243. Il titolo spesso era accompagnato dalla
concessione di un’investitura feudale, S. Calonaci, Lo spirito del dominio. Giustizia e giuri-
sdizioni feudali nell’Italia moderna (secoli XVI-XVIII), Carocci, Roma, 2017.
13 F. De Vivo, Patrizi, informatori, barbieri. Politica e informazione a Venezia nella prima
età moderna, Feltrinelli, Milano, 2012 (ed or. 2009), p. 355.
14 N. Rivère de Carles (ed.), Early modern diplomacy, theatre and soft power. The
making of Peace, Palgrave Macmillan, London, 2016.
15 Una messa a punto recente è quella di M. Rospocher, Per una storia della comuni-
cazione nella prima età moderna. Un bilancio storiografico, «Annali / Jahrbuch ISIG», 44,
1 (2018), pp. 37-63; inoltre Idem (ed.), Beyond the Public Sphere: Opinions, Publics, Spa-
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)