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Fonti archivistiche per una storia della Somalia 249
approfondito (mi riferisco, in particolare, alle relazioni periodiche che
la missione dall’inizio del secolo [XX] invia alla sede centrale in Milano,
contenenti anche notizie e dati di natura socio-economica), ma che da
solo è insufficiente.
Il problema fondamentale, da risolvere possibilmente con priorità
rispetto alla formazione degli storici, si rivela così quello del reperi-
mento e della conservazione dei documenti scritti prodotti nel tempo
dall’amministrazione pubblica e possibilmente anche da privati. Potrà
sembrare incredibile – e in effetti lo è – ma in Somalia non esiste un
Archivio di Stato, che nei paesi europei e in buona parete degli extra-
europei raccoglie e conserva debitamente inventariate le carte più im-
portanti prodotte dalla amministrazione centrale e periferica dello
Stato, come pure da enti di rilevanza nazionale e spesso anche da pri-
vati, per metterla a disposizione degli studiosi che intendono rico-
struire seriamente la storia di un popolo. Quelle carte costituiscono
infatti la gran parte della memoria storica di un nazione e servono da
fondamento indispensabile allo storico che voglia ricostruire e inter-
pretare nel senso più corretto aspetti e momenti significativi della vita
passata del paese. Senza la documentazione scritta non c’è storia e
una nazione senza storia non è destinata ad andare lontano.
E, d’altra parte, lo storico si forma attraverso lo studio dei docu-
menti, attraverso la ricerca negli archivi e nelle biblioteche, punto di
partenza per la sua riflessione storiografica. Senza archivi, la Somalia
non potrà mai avere storici somali e avrà sempre una storia scritta e
interpretata da stranieri, che per di più basano le loro ricostruzioni su
una documentazione parziale e talvolta frammentaria. L’istituzione di
un Archivio di Stato in Mogadiscio si rivela perciò una necessità im-
prorogabile, anche perché il tempo finirebbe col disperdere inevitabil-
mente documenti di importanza nazionale, di cui in futuro si piangerà
la scomparsa e che forse è ancora possibile salvare dalla dispersione.
All’Archivio di Stato di Mogadiscio dovrebbero affluire le carte più
antiche degli attuali Ministeri, la cui utilizzazione da parte dell’ammi-
nistrazione non si ritiene più necessaria. Ogni fondo archivistico do-
vrebbe essere però preliminarmente inventariato, in modo da poter
conservare le serie originali e da renderne più facile la consultazione
sia agli stessi funzionari dei ministeri che ne avessero eventualmente
necessità, sia agli studiosi di storia. Il trasferimento delle carte in una
struttura centralizzata quale l’Archivio di Stato non dovrebbe presen-
tare particolari difficoltà, a parte le inevitabili resistenze dei burocrati,
sempre restii a mettere a disposizione di un pubblico più vasto i do-
cumenti da essi non più utilizzati ma ai quali sono spesso morbosa-
mente attaccati.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)