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250 Orazio Cancila
Assai più difficile si presenta il reperimento di altre fonti più anti-
che, che debbono cercarsi forse non tanto negli archivi dell’ammini-
strazione centrale, quanto piuttosto presso quella periferica. Lo scri-
vente, accompagnato e spesso anche guidato dai professori Hassan
Osman Ahmed e Cabdulquadir Cali Salaad, ha svolto alcune indagini
che si sono rivelate lunghe e faticose, perché spesso è stato sballottato
da un ufficio all’altro, da una sede all’altra. Ma i risultati sono ecce-
zionali. In una stanza del Tribunale Distrettuale di Wardigey ho sco-
perto tre volumi di atti notarili in arabo, redatti all’inizio del secolo (XX)
dal cadì, su precise indicazioni delle autorità italiane. Tutti e tre i vo-
lumi sono meritevoli di pubblicazione integrale, seguendo i criteri dei
medievisti nell’edizione di fonti: ogni documento, trascritto integral-
mente nella lingua araba originale, dovrebbe essere preceduto da un
breve regesto in somalo e l’intero corpus introdotto in uno studio che
illustri i criteri seguiti nell’edizione ed esamini rapidamente il conte-
nuto. È probabile che presso lo stesso Tribunale (che conserva anche
atti di matrimonio e di divorzio successivi al 1950) si trovino altri vo-
lumi della stessa natura che coprono periodi anteriori e posteriori. In
atto i tre volumi sono conservati in modo assai precario, in un armadio
in ferro sgangherato che non offre alcuna sicurezza.
Presso il Tribunale della Corte Suprema, nell’Ufficio della Conser-
vatoria delle Ipoteche, si trova del tutto ignorata quasi l’intera colle-
zione degli atti notarili redatti in lingua italiana, anch’essi conservati
in modo precario e spesso ammucchiati senza ordine. Lo studio degli
atti notarili è fondamentale quando si vuole ricostruire la vita socio-
economica di una comunità, come dimostrano gli storici del Basso Me-
dio Evo, che non dispongono della abbondanza di fonti che caratterizza
le età successive. Infruttuosa si è rivelata invece una visita al bel mu-
seo di Caresa, che conserva scarsissimo materiale cartaceo.
Ora, se la costituzione o meno di un Archivio di Stato dipende quasi
esclusivamente dalla volontà politica, gli enti interessati alla crescita
culturale del paese hanno il dovere morale di farsi almeno carico del
censimento di tutto il materiale archivistico esistente in Somalia, direi
quasi una mappa, con l’indicazione esatta degli uffici che lo conser-
vano e un primo sommario inventario delle serie che lo costituiscono,
in modo da mettere quanto meno un punto fermo alla sua dispersione
e garantirne meglio la conservazione anche nelle stesse sedi dove at-
tualmente è depositato.
Personalmente non credo che un simile lavoro richieda una grossa
spesa, soprattutto se coloro che vorranno assumersi l’incarico sa-
ranno guidati da spirito di dedizione e dall’amore – mi si passi il ter-
mine – per il passato. Si tratta di setacciare uno per uno gli uffici pub-
blici in modo da individuarne gli archivi. Gli stessi impiegati,
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)