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Equilibri interni e reti di affidabilità. Gli imperi iberici...   259


                    dell’intero sistema secondo uno schema analogo a quanto accadeva in
                    Sicilia e in Aragona. Un approccio interpretativo che tende a dimo-
                    strare l’esistenza una rete di asimmetrie interna ai domini di Spagna
                    e Portogallo che coinvolgeva territori e gruppi sociali rafforzata soprat-
                    tutto dalla proiezione transnazionale delle élite.
                       In questa sezione del volume, però, molta attenzione è dedicata an-
                    cora al ruolo delle famiglie, diventate il perno dell’apparato imperiale:
                    «a highly adaptive system, with an awareness of dynastic legitimacy
                    and the notable flexibility offered by the family as a system of govern-
                    ment» (p. 259). Un pilastro del governo degli Asburgo che si affianca,
                    in  queste  pagine,  alla  matrice  confessionale  imposta  a  tutti  domini
                    prospettata come l’eredità storica di Carlo Magno poi accreditata dal
                    successo della Reconquista.
                       Infine, la terza parte, Organizing and Paying for Global Empire 1598-
                    1668, propone una lettura della fine delle dinamiche tra globalizza-
                    zione e imperi così come sono state definite nelle pagine precedenti
                    affrontando il tema forse più innovativo dell’intera trattazione e cioè
                    quello della relazione, nel sistema delle monarchie composite, tra la
                    strutturazione  dell’architettura  istituzionale  e  le  reti  sociali.  Uno
                    sguardo che, partendo da un approccio oramai consolidato al quale lo
                    stesso Yun Casalilla ha contribuito non poco con i suoi studi, sugge-
                    risce la necessità di analizzare il metodo delle pratiche informali e del
                    privilegio, così ampiamente utilizzato dalla storiografia, per aprire al
                    vasto campo delle fasce sociali intermedie non solo mercantili e finan-
                    ziarie che non erano state affatto escluse dalla negoziabilità continua
                    tra la Corona, i territori e i ceti. Da un simile approccio gli studiosi
                    possono infatti delineare le prassi diffuse che, travalicando regole e
                    istituzioni rigidamente determinate, in virtù di quel margine poroso
                    tra pubblico e privato e di un contesto storico e politico caratterizzato
                    dalla frammentazione degli ordinamenti, consentivano ampi margini
                    di gestione delle relazioni orizzontali tra gruppi sociali ed economici
                    intermedi e tra questi e i vertici del potere.
                       Proprio questo elemento che aveva contribuito alla proiezione glo-
                    bale dell’Europa, avrebbe segnato la debolezza degli imperi iberici e
                    l’esaurimento vitale della loro parabola storica «spring-board for the
                    making up fo informal global networks that did not always bend to the
                    interests of rulers» (p. 437).
                       Guardando alle difficoltà incontrate nella gestione delle risorse co-
                    loniali da parte delle Corone iberiche, Yun Casalilla chiude il suo lungo
                    percorso sugli Iberian World Empires con una sollecitazione a guardare
                    a queste dinamiche «from the perspective of what happened in their
                    peripheries and even outside them» (p. 438) rafforzando quel presup-
                    posto  che  poneva  gli  imperi  di  Spagna  e  Portogallo  come  uno  dei




                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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