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256 Vittoria Fiorelli
imperi. Una chiave di lettura che si estendeva fino alle soglie del No-
vecento attraverso la netta differenziazione tra i regimi e i più tardi
Stati fiscali, nazioni e democrazie definitesi nel corso del secolo dician-
novesimo.
Tutti questi approcci si ritrovano ampiamente sviluppati nella si-
stematizzazione monografica di Iberian World Empires and the Globa-
lization of Europe 1415-1668 (Singapore, Palgrave Macmillan, 2019)
nella quale l’autore si è interrogato sul nesso tra globalizzazione e im-
peri come chiave di lettura irrinunciabile per comprendere la storia
dell’Europa e segnatamente degli Stati della penisola iberica, più che
per guardare fuori di essa, proponendo una periodizzazione inusuale
per rafforzare la cogenza della domanda storiografica dalla quale egli
ha preso le mosse. Partendo dalla convinzione dell’infondatezza della
cosiddetta “rise of the West” come cifra interpretativa dello sviluppo
moderno, Yun-Casalilla sceglie infatti come temine a quo di sistema
l’anno della conquista portoghese di Ceuta per segnare la centralità
della svolta economica nella quale riconoscere le premesse della mo-
bilità atlantica che viene dunque compiutamente inclusa nella proie-
zione europea verso Oriente e verso l’esplorazione dell’Africa. Per que-
sto il volume, e la riflessione del suo autore, si chiudono nel 1668,
quando quella città fu ceduta alla Spagna mentre si chiudeva la para-
bola della Unione Iberica, segnando la conclusione di una stagione
espansiva determinata soprattutto da pulsioni di potenziamento e di
riassestamento delle dinamiche interne. Nel quadro di un processo di
espansività delle corone iberiche indotto dal superamento della grave
crisi economica che le aveva introdotte nel secolo XV e dalla necessità
di un ampliamento dei territori determinato dalla fine di quella con-
giuntura e dalla vitalità politica delle classi dirigenti sollecitate dalla
positiva connessione tra progresso tecnologico-militare e patrimonio
di cross-cultural exchanges accumulato nell’epoca medioevale, la sco-
perta dell’America si pone allora come una delle componenti della glo-
balizzazione dell’Europa e non come il suo motore, in un contesto sto-
rico nel quale molte altre aperture degli spazi territoriali stavano inte-
ressando le regioni della Russia, dell’Anatolia, dell’India e finanche i
mercanti arabi impegnati ad estendere le loro traiettorie verso il centro
dell’Africa. Una prospettiva interpretativa dello spazio e della circola-
zione che porta a una distinzione sempre molto netta tra imperi e glo-
balizzazione connessa, quest’ultima, alla storia politica e all’analisi dei
flussi di persone e di cose nell’ambito della strutturazione delle dina-
miche proprie delle monarchie composite, indipendente dalla mera
apertura geografica.
In questo quadro teorico l’espansività lusitana verso l’Atlantico si
inquadra nella politica di attraversamento dei confini marittimi
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)