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588 Maurizio Vesco
È, dunque, da ricondurre a don García de Toledo piuttosto che al
suo successore – il marchese di Pescara Francesco Ferdinando Avalos
d’Aquino, che avrebbe commissionato tre anni dopo, nel 1569, un’altra
carta geografica della Sicilia da donare anch’essa al sovrano 124 – l’avvio
di quella campagna di rappresentazione prima e di rilevamento poi del
territorio isolano che, passando per le esperienze di Camillo Camiliani 125
e Tiburzio Spannocchi 126 , sarebbe approdata a quel capolavoro carto-
grafico rappresentato dall’atlante elaborato dal matematico Carlo Maria
Ventimiglia e dal geometra Francesco Negro 127 , e in particolare alla
grande carta della Sicilia, giunta sino a noi manoscritta ma dalla quale
– si sa – vennero poi tirate delle incisioni, che per oltre un secolo sa-
rebbe rimasta un modello ineguagliabile di esattezza e precisione scien-
tifica da replicare 128 .
Nell’aprile del successivo 1567, il presidente del Regno autorizzava
il secreto di Palermo a erogare le somme per il pagamento di tutto il
necessario per completare il dono:
Havendosi per ordine de Sua Magestà et per lettere de la Excellencia del si-
gnor vicerrè fatto formare una carta de la descriptione de questo regno di
Sicilia, per lo formar de la quale se hanno pagato per voi alcuni denari de li in-
troyti de quessa regia secrezia oy vero per lo vostro predecessore, et essendo
124 Sull’interesse cartografico del marchese di Pescara, cfr. L. Gazzè, Governare il ter-
ritorio. La Sicilia descritta, misurata, disegnata (secoli XVI-XVII), Bonanno, Acireale-Roma,
2012, pp. 56-64.
125 L’opera di Camiliani, composta da un testo di descrizione letteraria e un album di
elaborati grafici, conservati separatamente, il primo in più esemplari presso la Biblioteca
Comunale di Palermo e il secondo presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino,
è stata raccolta nell’edizione critica di M. Scarlata, L’opera di Camillo Camilliani, Istituto
Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 1993.
126 T. Spannocchi, Descripción de las marinas de toto el Reino de Sicilia, Bne, ms. 788.
Del codice esistono due edizioni in facsimile: Tiburzio Spannocchi, Marine del Regno di
Sicilia, a cura di R. Trovato, Ordine degli Architetti della Provincia di Catania, Catania,
1993; C. Polto, La Sicilia di Tiburzio Spannocchi: una cartografia per la conoscenza e il
dominio del territorio nel secolo 16, Istituto geografico Militare, Firenze, 2001.
127 Si tratta dei due codici conservati alla Bne, mss. 1 (Plantas de todas las plaças y
fortaleças del reyno de Sicilia...) e 787 (Descripción de Sicilia y sus ciudades), dei quali si
segnala l’edizione critica F. Negro, C.M. Ventimiglia, Atlante di città e fortezze del Regno
di Sicilia 1640, a cura di N. Aricò, Sicania, Messina, 1992.
128 È il caso ad esempio della Siciliae Regni Delineatio Recens data alle stampe dal-
l’ingegnere del regno di Sicilia Scipione Basta nel 1702; su questa mappa cfr. P. Militello,
A Rare Map of Sicily. Sicilia by Scipione Basta 1702, «International Map Collectors’ Society
Journal», 125, 2011, pp. 41-44; V. Valerio, S. Spagnolo, Sicilia 1477-1861. La collezione
Spagnolo-Patermo in quattro secoli di cartografia, 2 voll., Paparo edizioni, Napoli, 2014,
II, pp. 361-362; M. Vesco, «Per non dar moto alle fabbriche»: l’ingegnere regio Scipione
Basta e la costruzione della cappella Roano nel duomo di Monreale, in S. Piazza (a cura
di), Saperi a confronto. Consulte e perizie sulle criticità strutturali dell’architettura d’età
moderna (XV-XVIII secolo), Edizioni Caracol, Palermo, 2015, pp. 87-104, alla p. 99.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017 n.41
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)