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592 Maurizio Vesco
realizzazioni toledane: «le più degne sono due cose moderne, l’una è la
strada, che traversa tutta la città, di drittura, larghezza, lunghezza, e
bellezza di fabriche tale, che non sò in qual città d’Italia ne sia una si-
mile, l’altra è il molo fatto con spesa inestimabile, per cui benefitio
quella città ha un capacissimo porto, fabbrica veramente degna della
magnanimità romana 137 ».
Nel 1590, per eternare il ricordo dell’ammiraglio nel frattempo scom-
parso, il legame con il “suo” porto, nonché la gratitudine della comunità
per un’opera pubblica che si pensava potesse fungere da volano per
l’economia non solo cittadina, il Senato di Palermo avrebbe eretto pro-
prio all’innesto del braccio del molo un alto monumento marmoreo, «il
pedistallo della memoria del quondam Illustrissimo signor don García
di Tholedo», opera dello scultore Vincenzo Guercio, ritengo su disegno
dell’ingegnere Giovan Battista Collepietra 138 [Fig. 24]. Tuttavia, anche
in questo caso il destino avrebbe giocato un tiro crudele a don García:
sebbene si trattasse, forse, dell’unico monumento eretto in onore di
un viceré nell’intera isola, non ci sarebbe voluto molto tempo perché
questo finisse di fatto dimenticato, poi danneggiato dal tempo, dalla
salsedine ma pure dal transito di mezzi di ogni sorta, infine, dimentichi
della committenza del viceré, erroneamente interpretato come cele-
brativo del presunto completamento del molo, e quindi, come ultimo
atto della cancellazione della memoria collettiva, sradicato dal suo sito
originario, carico di forti significati simbolici, per ricevere una nuova,
diversa collocazione, destinando all’oblio il legame che eppure unì don
García de Toledo a Palermo e alla Sicilia.
137 G. Botero, Delle cause della grandezza della città. Libri tre, Giovanni Martinelli,
Roma, 1588, p. 69. Sempre Botero, parlando dell’importanza dei porti per le città,
avrebbe riconosciuto in quello palermitano un modello esemplare: «Hor securo sarà il
porto, o per natura, come è quel di Messina, e di Marsilia; o per arte, imitatrice della
natura, come quel di Genova, e di Palermo»; ivi, p. 16.
138 L’attribuzione e la corretta interpretazione del monumento sono in M. Vesco, Un
viceré ammiraglio per un’isola cit., pp. 122-124.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017 n.41
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)