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           realizzazioni toledane: «le più degne sono due cose moderne, l’una è la
           strada, che traversa tutta la città, di drittura, larghezza, lunghezza, e
           bellezza di fabriche tale, che non sò in qual città d’Italia ne sia una si-
           mile, l’altra è il molo fatto con spesa inestimabile, per cui benefitio
           quella città ha un capacissimo porto, fabbrica veramente degna della
           magnanimità romana   137 ».
              Nel 1590, per eternare il ricordo dell’ammiraglio nel frattempo scom-
           parso, il legame con il “suo” porto, nonché la gratitudine della comunità
           per un’opera pubblica che si pensava potesse fungere da volano per
           l’economia non solo cittadina, il Senato di Palermo avrebbe eretto pro-
           prio all’innesto del braccio del molo un alto monumento marmoreo, «il
           pedistallo della memoria del quondam Illustrissimo signor don García
           di Tholedo», opera dello scultore Vincenzo Guercio, ritengo su disegno
           dell’ingegnere Giovan Battista Collepietra 138  [Fig. 24]. Tuttavia, anche
           in questo caso il destino avrebbe giocato un tiro crudele a don García:
           sebbene si trattasse, forse, dell’unico monumento eretto in onore di
           un viceré nell’intera isola, non ci sarebbe voluto molto tempo perché
           questo finisse di fatto dimenticato, poi danneggiato dal tempo, dalla
           salsedine ma pure dal transito di mezzi di ogni sorta, infine, dimentichi
           della  committenza  del  viceré,  erroneamente  interpretato  come  cele-
           brativo del presunto completamento del molo, e quindi, come ultimo
           atto della cancellazione della memoria collettiva, sradicato dal suo sito
           originario, carico di forti significati simbolici, per ricevere una nuova,
           diversa collocazione, destinando all’oblio il legame che eppure unì don
           García de Toledo a Palermo e alla Sicilia.



















              137  G. Botero, Delle cause della grandezza della città. Libri tre, Giovanni Martinelli,
           Roma,  1588,  p.  69.  Sempre  Botero,  parlando  dell’importanza  dei  porti  per  le  città,
           avrebbe riconosciuto in quello palermitano un modello esemplare: «Hor securo sarà il
           porto, o per natura, come è quel di Messina, e di Marsilia; o per arte, imitatrice della
           natura, come quel di Genova, e di Palermo»; ivi, p. 16.
              138  L’attribuzione e la corretta interpretazione del monumento sono in M. Vesco, Un
           viceré ammiraglio per un’isola cit., pp. 122-124.



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017    n.41
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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