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558 Maurizio Vesco
Il coinvolgimento di Toledo nelle opere pubbliche promosse dal Se-
nato palermitano, d’altra parte, traspare anche da altra documenta-
zione. Quando nel novembre del 1572 la municipalità vendette la
striscia di terreno rimasta disponibile per l’edificazione in seguito al-
l’esproprio e alla demolizione di un palazzo, attuata tra mille difficoltà
e dopo molte lungaggini, per collegare la via Alloro con la discesa dei
Giudici, a essere ricordato nella narratio dell’atto non fu il duca di Me-
dinaceli, durante gli anni del cui mandato l’intervento era stato conce-
pito e che si era limitato a un laconico e palesemente disinteressato «si
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habent pecunias fiat» , ma proprio don García che, al contrario del
predecessore, si era attivato per ottenere denari e far predisporre le
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procedure operative necessarie ad assicurare il compimento dell’opera .
Don García e le case dei sacri regi palazi di Palermo e Messina
L’interesse per il progetto d’architettura e l’attenzione al cantiere
da parte del viceré trovano una ulteriore, indiscutibile conferma nelle
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vicende costruttive dei palazzi reali di Palermo e Messina . È, infatti,
giusto alla committenza di Toledo 40 che va ricondotta tutta una serie
37 Sulla vicenda, interpretata però dall’autore come iniziativa esclusivamente muni-
cipale, cfr. A. Casamento, La rettifica della Strada del Cassaro cit., pp. 24-28.
38 Così si apre il più tardo contratto di vendita del terreno da parte della municipalità:
«Cum Illustrissimus dominus don Garsia de Toledo, olim vicerex in Regno Sicilie, desi-
derans et magno opere cupiens magnificare et decorare hanc urbem Panhormi ordina-
verit quod dirueretur tenimentum magnum domorum spectabilium dominorum don
Caroli et Lauree Platamone, jugalium, vocatum di Bonanno, [...] ad effectum ampliandi
stratam que tendit et conrespondet versus Regiam Curiam Pretorianam huius urbis»;
Aspa, Notai defunti, Antonino Carasi, reg. 6329, c. 364r.
39 Sul Palazzo Reale di Palermo si rimanda a R. Calandra (et al.), Palazzo dei Nor-
manni, Novecento, Palermo, 1991; R. La Duca, Il Palazzo dei Normanni, Flaccovio,
Palermo, 1997; M.S. Di Fede, Il Palazzo Reale di Palermo tra XVI e XVII secolo, Medina,
Palermo, 2000; M. Andaloro (a cura di), Il Palazzo Reale di Palermo, Franco Cosimo
Panini, Modena, 2011. Per un inquadramento delle vicende costruttive del Palazzo Reale
di Messina nella prima età moderna si veda N. Aricò, Una città in architettura. Le incisioni
di Francesco Sicuro per Messina, Edizioni Caracol, Palermo, 2014, pp. 94-95.
40 Riguardo al gusto e alla promozione artistica di don García può essere utile riferirsi
anche a quanto da lui commissionato per il castello-palazzo di famiglia a Villafranca del
Bierzo durante il suo breve marchesato (dal 1569); cfr. J. Bosch Ballbona, La fortaleza que
quiso ser palacio. Noticia de Camillo Camiliani en España (1604), «Locus Amenus», 12
(2013-14), pp. 79-106. Inoltre, notizie riguardo all’interesse antiquario e per i giardini da
parte di don García, nonché a commissioni di tele, cammei e altri oggetti di lusso da inviare
a Corte o da regalare a importanti esponenti della scena politica internazionale sono in A.
Pérez de Tudela, La herencia de don Pedro de Toledo: don García de Toledo y los III Duques
de Alba. Mecenazgo y collecionismo en la Nápoles de la segunda mitad del siglo XVI, in E.
Sánchez García (a cura di), Rinascimento meridionale cit., pp. 605-634, alle pp. 615-621.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017 n.41
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)