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Una strada, due regge, una mappa: la committenza di don García Álvarez de Toledo 555



             D’altronde, va ricordato come il Senato, in quell’occasione, nel memo-
             riale presentato al nuovo viceré per richiedere l’autorizzazione alla va-
             riante progettuale, chiariva come il rettifilo in via di completamento
             «deve andare et complirsi insino al plano di la Marina di quista cità,
             cossì come con lo illustrissimo signor don Garsia di Toledo olim viceré
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             di questo regno si determinò» .
                Suggestiva, a mio avviso, è l’ipotesi che il progetto commentato con
             tanto fervore dal viceré potesse già fare riferimento anche a soluzioni
             alla scala architettonica per la stessa strada Toledo e più in particolare
             che riguardasse la definizione dell’innesto di questa con la piazza. È
             noto, infatti, come più tardi, nel gennaio del 1572, sarebbe stata avan-
             zata la proposta di realizzare all’estremità del rettifilo «dui casi magnifici
             di una propria forma, vel quasi consimili, purché sia suntuosa et ma-
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             gnifica» , ossia una coppia di edifici simmetrici destinati a esaltare
             l’ingresso alla nuova strada, sopperendo di fatto alla mancanza di fon-
             dale in questa direzione – all’altro estremo era già in costruzione la
             porta Nuova –, e declinando ancor più il piano secondo una incontro-
             vertibile chiave monumentale, chiaramente desunta dalla cultura sce-
             nografica contemporanea: una soluzione progettuale, quella palermi-
             tana, che avrebbe avuto eco da lì a poco in altre esperienze peninsulari
             analoghe seppur a più piccola scala, come nella via Farnesia a Viterbo
             (dal 1573) o nella via Pinella a Perugia (dal 1591).
                L’interesse del viceré per l’attività urbanistica in città è confermata,
             poi, da altre sue lettere provenienti dal medesimo carteggio: già nel di-
             cembre dell’anno prima Toledo si diceva in attesa delle deliberazioni
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             del  pretore  «sopra  le  case  e  della  piazza» ,  indicazioni  ancora  una
             volta purtroppo molto vaghe per noi, ma dalle quali si evince un ruolo
             ben diverso da quello di un mero, freddo elargitore di approvazioni,
             quasi che la ratifica viceregia, come qualcuno potrebbe essere indotto
             a credere, costituisse un automatismo o fosse subordinata alla verifica
             della sola copertura finanziaria delle opere.
                A quali case e a quale piazza ci si riferisse è impossibile, al momento,
             determinarlo con certezza. Che si trattasse della piazza della Marina,
             confermando ancora l’ipotesi di un’anticipata gestazione del progetto
             della strada Toledo e pure di una sua stesura unitaria, al di là delle di-
             verse tranches di lavori che sarebbero state deliberate in una serrata
             successione  temporale?  Oppure,  più  probabilmente,  si  trattava  di
             quella nuova, ampia piazza dinanzi al Palazzo Reale che, già progettata





                29  A. Casamento, La rettifica della Strada del Cassaro cit., p. 42.
                30  Il documento è trascritto in ivi, p. 113-114.
                31  Lettere di don García cit., f. 254r.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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