Page 91 - 2
P. 91
Una strada, due regge, una mappa: la committenza di don García Álvarez de Toledo 559
di opere fondamentali per l’ammodernamento e la monumentalizza-
zione delle due residenze reali, come peraltro ricordato per il caso
41
messinese anche dalla fonti letterarie coeve . È ancora una volta,
però, la corrispondenza riservata intrattenuta con il presidente del Re-
gno a chiarire senza ombra di dubbio come i frequenti allontanamenti
del viceré dall’isola in alcun modo lo distolsero dagli impegni edificatori
assunti nelle due città-capitali siciliane: anzi l’immagine che si ricava
dall’epistolario è quella di un committente attento, desideroso di essere
aggiornato di continuo e con dovizia di particolari sul procedere dei la-
vori, in possesso di idee chiare sulle soluzioni da adottare, per nulla
disponibile a lasciare spazio decisionale ad alcuno e sempre preoccu-
pato dell’eventualità di frodi e malversazioni.
Il palazzo reale messinese che accolse don García al momento del
suo insediamento in Sicilia era ancora un cantiere aperto, un edificio
privo, o quanto meno carente, di spazi adeguati al viceré e alla sua
corte [Fig. 9]. A neanche due settimane di distanza dalla presa di pos-
sesso del palazzo, infatti, don García si affrettava ad autorizzare la
spesa per opere in un primo momento, forse con le idee ancora non
tanto chiare sul da farsi, indicate genericamente come «repari et adu-
42
bamenti necessari» , chiarendo però fin da subito la duplice natura
dell’intervento auspicato, sia manutentiva che decorativa, opere che
avrebbero visto come protagonista il celebre architetto toscano Andrea
Calamecca, giunto a Messina proprio nel 1565 e da subito richiamato
43
nella fabbrica palatina .
A qualche settimana di distanza, ai primi di aprile, il cantiere era
già avviato, data l’urgenza di predisporre camere per i Toledo e per il
loro seguito «per la scarsecza di stancii di questo regio palacio dove
44
noi habitamo con nostra casa et famiglia» , e riguardava più in parti-
colare «doi stantii che novamente di ordini nostro si fanno [...] sopra li
45
archi del tocco» . Non è chiaro di quali ambienti si trattasse: per la
conoscenza, purtroppo assai limitata, che si ha della fabbrica messi-
41 Riguardo alla «nuova struttura del Palazzo Reale» di Messina, infatti, il cronista
Buonfiglio ricorda come «hoggi si vede in buona parte rimbellito et ampliato con superba
struttura, cominciata da Don Garzia di Toledo»; G. Buonfiglio Costanzo, Messina città
nobilissima cit., f. 35v. Il Buonfiglio si rifaceva sicuramente a quanto riportato prima di
lui da Francesco Maurolico riguardo alle opere attuate dal viceré marchese di Pescara
nella residenza regia: «Praeses iste Messanae Regium Palatium, jam pridem a Toledo
inceptum, & a marchione Pescariae prosequutum, aedificiis ornat»; F. Maurolico, Sica-
nicarum rerum compendium..., [Pietro Spira, Messina, 1562] typis Don Victorini Maffei,
Messina, 1716, p. 256.
42 Aspa, Tribunale del Real Patrimonio, Lettere viceregie, reg. 521, c. 234r.
43 N. Aricò, Una città in architettura cit., p. 95.
44 Aspa, Tribunale del Real Patrimonio, Lettere viceregie, reg. 521, c. 241r.
45 Ivi, c. 268r.
n.41 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)