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                tensioni il primo segnale di irrequietezza era offerto dai forti ritardi nei
                pagamenti, che di fatto assumevano il carattere di rifiuto dell’imposta.
                I tempi di riscossione, comunque, si adeguavano alle più generali pra-
                tiche finanziarie dell’antico regime. Le conclusioni mirano a enfatiz-
                zare lo stretto rapporto tra atteggiamento dei contribuenti e processi
                di formazione degli Stati in Europa.


                Scoprire

                   I metodi di riscossione delle imposte dirette variavano dal semplice
                testatico al più elaborato accertamento dell’imponibile costituito sia
                da beni immobili sia da redditi mobiliari. Ovviamente tassare i contri-
                buenti in base al solo fatto che esistessero era piuttosto semplice e
                non  implicava  sforzi  enormi  da  parte  delle  autorità.  Al  contrario,
                un’imposta che colpiva l’insieme dei redditi o dei patrimoni compor-
                tava una massiccia raccolta di dati e, conseguentemente, offriva l’oc-
                casione per un elevato margine di evasione. Il famoso catasto di Fi-
                renze  del  1427  ci  offre  uno  dei  più  interessanti  esempi  dell’Europa
                preindustriale  per  quanto  riguarda  il  titanico  lavoro  di  valutazione
                dell’imponibile  dei  sudditi .  Sotto  la  pressione  delle  necessità  di
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                guerra, il governo fiorentino decise nel 1427 di procedere a un catasto.
                Rispetto alle esperienze precedenti, questa volta la raccolta d’informa-
                zioni era più ampia e mirava a identificare l’intero imponibile dei sud-
                diti di Firenze. Ogni capofamiglia avrebbe dovuto presentare l’elenco
                delle proprietà, di tutti propri redditi, dei crediti e dei debiti, nonché
                delle persone che vivevano sotto il medesimo tetto. La dichiarazione
                presentata dal contribuente sarebbe stata poi vagliata da una com-
                missione di estimatori.
                   Presumibilmente molti fiorentini non si sforzarono di seguire pie-
                namente le indicazioni delle autorità; e tale atteggiamento fu mante-
                nuto anche nei catasti successivi. Se non si potevano occultare i beni
                immobili, il loro reddito era sottostimato, mentre per i cespiti commer-
                ciali e finanziari i margini di evasione erano enormi. Il banchiere e
                lanaiolo Niccolò Barbadoro era stato fortemente tentato di dichiarare
                un debito di 10.162 fiorini nei confronti di un veneziano; una somma
                certo notevole, visto che egli vantava un patrimonio netto di 27.238
                fiorini. Alla fine però egli ammise che il debito non sussisteva . Nella
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                   5  Naturalmente il testo di riferimento è D. Herlihy, Ch. Klapisch-Zuber, I toscani e le
                loro famiglie. Uno studio sul catasto fiorentino del 1427, Bologna, Il mulino, 1988.
                   6  E. Conti, L’imposta diretta a Firenze nel Quattrocento (1427-1494), Istituto Storico
                Italiano per il Medio Evo, Roma, 1984, pp. 149.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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