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554 Luciano Pezzolo
tensioni il primo segnale di irrequietezza era offerto dai forti ritardi nei
pagamenti, che di fatto assumevano il carattere di rifiuto dell’imposta.
I tempi di riscossione, comunque, si adeguavano alle più generali pra-
tiche finanziarie dell’antico regime. Le conclusioni mirano a enfatiz-
zare lo stretto rapporto tra atteggiamento dei contribuenti e processi
di formazione degli Stati in Europa.
Scoprire
I metodi di riscossione delle imposte dirette variavano dal semplice
testatico al più elaborato accertamento dell’imponibile costituito sia
da beni immobili sia da redditi mobiliari. Ovviamente tassare i contri-
buenti in base al solo fatto che esistessero era piuttosto semplice e
non implicava sforzi enormi da parte delle autorità. Al contrario,
un’imposta che colpiva l’insieme dei redditi o dei patrimoni compor-
tava una massiccia raccolta di dati e, conseguentemente, offriva l’oc-
casione per un elevato margine di evasione. Il famoso catasto di Fi-
renze del 1427 ci offre uno dei più interessanti esempi dell’Europa
preindustriale per quanto riguarda il titanico lavoro di valutazione
dell’imponibile dei sudditi . Sotto la pressione delle necessità di
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guerra, il governo fiorentino decise nel 1427 di procedere a un catasto.
Rispetto alle esperienze precedenti, questa volta la raccolta d’informa-
zioni era più ampia e mirava a identificare l’intero imponibile dei sud-
diti di Firenze. Ogni capofamiglia avrebbe dovuto presentare l’elenco
delle proprietà, di tutti propri redditi, dei crediti e dei debiti, nonché
delle persone che vivevano sotto il medesimo tetto. La dichiarazione
presentata dal contribuente sarebbe stata poi vagliata da una com-
missione di estimatori.
Presumibilmente molti fiorentini non si sforzarono di seguire pie-
namente le indicazioni delle autorità; e tale atteggiamento fu mante-
nuto anche nei catasti successivi. Se non si potevano occultare i beni
immobili, il loro reddito era sottostimato, mentre per i cespiti commer-
ciali e finanziari i margini di evasione erano enormi. Il banchiere e
lanaiolo Niccolò Barbadoro era stato fortemente tentato di dichiarare
un debito di 10.162 fiorini nei confronti di un veneziano; una somma
certo notevole, visto che egli vantava un patrimonio netto di 27.238
fiorini. Alla fine però egli ammise che il debito non sussisteva . Nella
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5 Naturalmente il testo di riferimento è D. Herlihy, Ch. Klapisch-Zuber, I toscani e le
loro famiglie. Uno studio sul catasto fiorentino del 1427, Bologna, Il mulino, 1988.
6 E. Conti, L’imposta diretta a Firenze nel Quattrocento (1427-1494), Istituto Storico
Italiano per il Medio Evo, Roma, 1984, pp. 149.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)