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Resistenza, adesione e frode fiscale nell’Europa della prima età moderna 557
una rivolta di comunità rurali nel Pisano, con la distruzione dei libri
fiscali, considerati come un insopportabile strumento di controllo della
capitale . Nel tardo XVI secolo, i sudditi inglesi manifestarono una
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notevole resistenza a essere registrati nei ruoli fiscali del sussidio, te-
mendo che tali documenti potessero essere usati per il reclutamento
nella milizia. L’opposizione si dimostrò talmente efficace che il governo
fu costretto a rassicurare i contribuenti che non vi sarebbe stato alcun
legame tra i ruoli della milizia e quelli del sussidio .
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Un ulteriore problema concerne chi debba essere incaricato di va-
lutare la ricchezza imponibile dei sudditi. La via più semplice che le
autorità centrali di solito potevano adottare prevedeva che la respon-
sabilità della raccolta dei dati ricadesse su commissioni locali. Queste
conoscevano bene le particolari situazioni e di conseguenza potevano
svolgere un’efficace opera di valutazione della ricchezza dei contri-
buenti. Ma in alcuni casi proprio le collusioni tra estimatori e perso-
naggi di potere causavano gravi problemi per il fisco. Nel 1643, per
esempio, autorità veneziane inviate a Brescia scoprirono che oltre
5800 ettari di terre appartenenti a cittadini erano stati occultati alle
commissioni dell’estimo redatto due anni prima .
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Il reciproco controllo tra vicini, inoltre, avrebbe consentito che cla-
morosi casi di frode fossero denunciati. In taluni casi coloro che aves-
sero denunciato l’evasore avrebbero ottenuto una percentuale della
somma nascosta al fisco . Poiché solitamente l’erario fissava una de-
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terminata quota da ripartirsi in base all’estimo nell’ambito della co-
munità, città o villaggio che fosse, il meccanismo del controllo interno
avrebbe dovuto essere efficiente. Coloro che frodavano il fisco, vuoi
occultando una parte dell’imponibile vuoi non versando l’intera
somma dovuta all’esattore fiscale, recavano un danno al resto dei con-
tribuenti, chiamati a pagare le somme non riscosse in nome della re-
sponsabilità collettiva della comunità di fronte al fisco. Ciò generava
una sorta di gioco a somma zero, allorché i contribuenti onesti o più
ricchi avrebbero dovuto integrare l’ammontare della tassa a causa de-
gli evasori. Tale meccanismo, secondo vari studiosi, non solo avrebbe
contribuito a rafforzare le solidarietà interne alla comunità, ma andava
18 G. Petralia, Imposizione diretta e dominio territoriale nella repubblica fiorentina del
Quattrocento, in Società, istituzioni, spiritualità. Scritti in onore di Cinzio Violante, Fonda-
zione Cisam, Spoleto, 1994, p. 648.
19 M. Braddick, ‘Uppon This Instant Extraordinarie Occasion’: Military Mobilization in
Yorkshire before and after the Armada, «Huntington Library Quarterly», 61 (1998), p.
448.
20 J. Ferraro, Family and Public Life in Brescia, 1580-1650. The Foundations of Power
in the Venetian State, Cambridge University Press, Cambridge, 1993, p. 191.
21 Vedi per Piacenza, P. Subbachi, La ruota della fortuna. Arricchimento e promozione
sociale in una città padana in età moderna, Angeli, Milano, 1996, p. 23.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)