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558 Luciano Pezzolo
a ridurre notevolmente i costi di transazione sostenuti dall’ammini-
strazione statale, incapace di raccogliere informazioni a livello locale .
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Il sistema di responsabilità collettiva, tuttavia, non impediva malver-
sazioni, abusi e, in ultima analisi, l’accumularsi di debiti nei confronti
dell’erario. Il noto mercante toscano Francesco Datini, in attività tra la
fine del XIV e gli inizi del XV secolo, fu costretto dalle autorità del pro-
prio gonfalone di Firenze a integrare quote residue dovute a evasioni
di concittadini, nonostante egli non fosse più registrato nelle liste del
gonfalone . A Padova nel 1613 i rettori veneziani lamentarono che le
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fasce più deboli della popolazione erano costrette a sostenere maggiori
oneri a causa della morosità dei contribuenti più potenti, «rispettati
dalli essattori et altri ministri dependenti loro» . Nelle comunità ru-
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rali, dominate da grandi proprietari aristocratici, gli estimatori troppo
zelanti avrebbero potuto correre qualche rischio. Inoltre, il contri-
buente che avesse redditi provenienti da molteplici aree aveva mag-
giori possibilità di occultarli all’ispezione degli accertatori . In alcuni
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casi, poi, le norme locali attribuivano una certa discrezionalità ai com-
pilatori delle liste fiscali, che potevano sottostimare i propri redditi.
Ma, al di là dei rapporti di potere di fatto tra aristocratici e autorità
di villaggio, l’elemento fondamentale che minava l’efficacia del sistema
di responsabilità collettiva era dato dalla molteplicità degli status dei
contribuenti. Cittadini, contadini, ecclesiastici, nobili, soldati, feuda-
tari, corporazioni, forestieri, di fronte al fisco formavano un insieme
eterogeneo. Ciascuna categoria godeva di particolari caratteristiche
che incidevano pesantemente sul relativo carico fiscale da sostenere.
La grande divisione che interessava buona parte dell’Europa riguar-
dava la posizione del Primo stato, ampiamente immune dalle imposte
statali. I cittadini, sia nei regni che nelle repubbliche, si distinguevano
dai contadini per un minor aggravio delle imposte dirette e per vari
privilegi che concernevano la fornitura di beni e servizi per la macchina
militare. In aree del Continente la nobiltà era quasi del tutto esente
22 Vedi, per esempio, le osservazioni di H. Root, Peasants and King in Burgundy.
Agrarian Foundations of French Absolutism, University of California Press, Berkeley,
1987, pp. 30-44.
23 G. Ciappelli, Fisco e società a Firenze nel Rinascimento, Edizioni di storia e lette-
ratura, Roma, 2009, pp. 53-55.
24 Asv, Consiglio dei Dieci, Lettere dei rettori, busta 87, c. 118r, 28 dicembre 1613.
25 Alcuni esempi: E. Acheson, A Gentry Community. Leicestershire in the Fifteenth
Century, c. 1422-c.1485, Cambridge University Press, Cambridge, 1992, pp. 42-43; A.
Carrino, La città aristocratica. Linguaggi e pratiche della politica a Monopoli fra Cinque e
Seicento, Edipuglia, Bari, 2000, pp. 33-34. Ancora fondamentale rimane la discussione
sull’attendibilità delle fonti catastali che vide come interlocutori G. Porisini e M. Be-
rengo, A proposito di distribuzione catastale della proprietà terriera, «Rivista storica ita-
liana», 82 (1970), pp. 374-386.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)