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Resistenza, adesione e frode fiscale nell’Europa della prima età moderna 555
sua dichiarazione del 1457, Cosimo de’ Medici, il più potente uomo
politico della città e titolare di una consistente attività commerciale e
finanziaria, ingigantì le sue passività sottovalutando così intenzional-
mente i propri redditi. Addirittura, la contabilità ufficiale del suo
Banco veniva redatta in registri destinati appositamente alla revisione
degli ufficiali del catasto, mentre i conti veritieri si trovavano in libri
segreti . Per non dire di tutti quei mercanti che operavano all’estero, e
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che erano in grado di manovrare ingenti capitali senza dichiararli al
fisco fiorentino .
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Il tasso di evasione per quanto riguardava i redditi commerciali e
finanziari fu talmente grande che il governo pensò bene di eliminare
tali voci dai catasti successivi a partire dagli anni Quaranta . Ma an-
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che limitarsi ai soli beni immobili comportava qualche problema. È
stato giustamente notato che il valore dei terreni risultava di gran
lunga inferiore a quello di mercato, poiché gli accertamenti solita-
mente riprendevano i dati precedenti senza aggiornare i miglioramenti
effettuati sui fondi . L’astuzia del contribuente stava, inoltre, nel di-
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chiarare una somma realistica, in modo da non insospettire eccessi-
vamente gli stimatori. Aumenta le perdite e minimizza le entrate, con-
sigliava il mercante fiorentino Giovanni Morelli agli inizi del XV secolo:
«et non la mettere però sì informa che si sia fatto beffe di te: dì la bugia
presso alla verità per modo che ti sia creduta e che tu non sia iscorto
per un bugiardo» . Avvertenza, questa, che sarebbe risultata utile per
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quelle centinaia di ricchi cittadini di Arras che nel 1267-68 avevano
presentato dichiarazioni talmente fraudolente da subire in alcuni casi
la pena dell’esilio . La gigantesca operazione del catasto fiorentino,
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comunque, non fu proseguita dai successivi governi. I registri fiscali
compilati dalle commissioni si limitarono a descrivere unicamente le
proprietà fondiarie e a colpire la rendita connessa .
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Il caso fiorentino presenta interessanti analogie con vicende fiscali
che riguardano l’Inghilterra. Anche qui a un enorme sforzo iniziale (re-
lativo alla redazione del cosiddetto Domesday Book), e per certi versi
7 R. de Roover, The Rise and Decline of the Medici Bank, 1397-1494, Harvard Uni-
versity Press, Cambridge, Mass., 1963, pp. 73-74.
8 F. Bettarini, I fiorentini all’estero ed il catasto del 1427: frodi, elusioni, ipercorretti-
smi, «Annali di Storia di Firenze», 6 (2011), pp. 37-64.
9 R. de Roover, Rise and Decline of the Medici Bank, 1397-1494 cit., p. 144.
10 S. Tognetti, Da Figline a Firenze. Ascesa economica e politica della famiglia Serri-
stori (secoli XIV-XVI), Opus Libri, Firenze, 2003, pp. 116-117.
11 G. Morelli, Ricordi, a cura di G. Branca, Le Monnier, Firenze, 1956, p. 252.
12 Ph. Wolff, Registres d’impôt et vie économique à Toulouse sous Charles VI, «Annales
du Midi», 56 (1944), p. 29.
13 Per una rassegna della normativa tributaria fiorentina, ancora utile, G. Canestrini,
La scienza e l’arte di Stato, Le Monnier, Firenze, 1862.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)