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Istituzioni del Regno di Napoli di fronte ai sismi del XVII secolo   139


                       Naturalmente le richieste d’intervento provenienti dai luoghi colpiti
                    dal terremoto non mancarono. I frati francescani della riformata Pro-
                    vincia dei Santi Sette Martiri di Calabria Ultra, per esempio, non esi-
                    tarono a avanzare richiesta direttamente al viceré conte di Peñaranda
                    per avere aiuti nella ricostruzione del loro convento. La richiesta non
                    fu di denaro, ma di «ferro e ferramenta» .
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                       In questo difficile scenario di devastazione causato dal sommarsi di
                    peste e terremoto, il governo del viceré prese la decisione di gestire
                    l’emergenza come nel precedente terremoto calabrese del 1638. Il 29
                    novembre firmò la nomina di Antonio De Marinis come suo inviato
                    generale nei luoghi danneggiati . Esattamente come nel caso prece-
                                                   89
                    dente il suo compito fu quello di prestare i primi soccorsi, prendere
                    informazioni  sui  danni  da  comunicare  settimanalmente  a  Napoli,  e
                    contribuire alla ricostruzione . Un compito agevolato grazie ai poteri
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                    straordinari civili e criminali conferitigli. Di questi rapporti settima-
                    nali, però, abbiamo reperito solo una minima traccia, per di più indi-
                    retta. Nel verbale della seduta del 10 giugno 1660 del Collaterale infatti
                    si legge «P.te Marini referiò lo que haveva (?) avvisato la Camara circa
                    lo dar notizia alle terre patite del terremoto in Calabria» .
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                    1688: la gestione del terremoto nel Sannio e la capitale sotto le
                    macerie

                       A circa trent’anni dall’ultimo episodio sismico, il terremoto si ripre-
                    sentò e questa volta in un’area molto prossima alla capitale. Le località
                    comprese tra Benevento, Avellino e Napoli furono gravemente danneg-
                    giate; i centri di San Lorenzello, Civitella Licinio, Guardia Sanframondi
                    furono rasi completamente al suolo . Il 1688 portò morte e distru-
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                    zione in ben cinque province del Regno: Terra di Lavoro, Principato
                    Ultra, Contado di Molise, Capitanata, Principato Citra e ebbe un for-
                    tissimo impatto su Napoli.






                       88  Asna, Segr. Vic., Scritture diverse, vol. 243, 26.12.1659, richiesta di rifornimento
                    di materiale per riparazioni al convento.
                       89  Asna, Cons. Coll., Partium, vol. 533, 29.11.1659. Fonte digitalizzata nel database
                    del Catalogo dei forti terremoti cit.
                       90  Nella nomina si legge: «[...] et di quanto andarete exequendo nella detta materia et delle
                    più che sarà necessario di rimedio, ci farrete distinta relat[io]ne ogni settimana [...]».
                       91  Asna, Cons. Coll., Notamenti, vol. 64, c. 60v, 10.06.1660.
                       92  http://storing.ingv.it/cfti/cfti5/quake.php?01108IT.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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