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                Il dibattito fantasma sul terremoto calabrese del 1659

                   Di nuovo nel 1659 la Calabria fu teatro di un evento sismico nella
                zona sottostante a Catanzaro, allora indicata come provincia di Cala-
                bria Ultra . In questo caso l’analisi di fonti analoghe a quelle interro-
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                gate per i precedenti eventi non ha restituito la stessa ricchezza di
                risultati . Non è facile spiegare perché. Sicuramente ha giocato un
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                ruolo la storia archivistica del fondo delle Segreterie dei Viceré, uno
                dei più preziosi per il tema in esame . Dalle fonti reperite ricaviamo
                                                    84
                che il Collaterale e la Sommaria discussero delle informazioni sui luo-
                ghi colpiti il 10 giugno 1660  a sette mesi di distanza dall’evento, un
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                periodo decisamente lungo se confrontato con i tempi di ricezione della
                notizia che abbiamo illustrato per il terremoto garganico del 1627.
                   Oltre alla probabile dispersione dei documenti, ancora una volta va
                chiamato in causa il contesto per comprendere ciò che dicono e, in
                questo caso, non dicono le fonti. Nel 1656 il Regno di Napoli era stato
                sconvolto dalla peste. L’epidemia, iniziata nella capitale, si era rapida-
                mente diffusa per tutto il Regno, contagiando località che sarebbero
                rimaste appestate fino al 1658. Come i terremoti, ancor di più la pe-
                stilenza fu responsabile del sovvertimento degli equilibri sociali e isti-
                tuzionali preesistenti per l’enorme mortalità che aveva causato. La sua
                maggiore conseguenza sul lungo periodo fu la necessità di una nuova
                ripartizione fiscale su comunità ormai spopolate. All’epoca del terre-
                moto calabrese del 1659, la discussione sulle operazioni di nuova nu-
                merazione dei fuochi era in pieno svolgimento . Al di là di quello che
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                è stato possibile rintracciare nelle fonti e di quello che è effettivamente
                sopravvissuto al passare dei secoli nell’Archivio di Stato di Napoli, lo
                sconvolgimento  causato  dalla  peste  fu  sicuramente  una  questione
                straordinaria che colse largamente impreparate le autorità  e che ri-
                                                                         87
                chiese tutta la loro attenzione.



                   82  http://storing.ingv.it/cfti/cfti5/quake.php?01019IT.
                   83  Oltre ai due volumi Segr. Vic., Scritture diverse 242 e 243, si sono visti i fasci del
                Cons. Coll.: Risoluzioni e proposte: 6 (luglio 1660-ottobre 1661). Affari diversi I serie: 4
                (1656-1659). Notamenti: 63 (gennaio-dicembre 1659), 64 (gennaio-dicembre 1660). Cu-
                riae: 121 (1656-1659), 122 (1657-1658), 124 (1658-1659). Gli unici con esito positivo
                sono stati Segr. Vic, Scritture diverse, vol. 243 e Cons. Coll., Notamenti, vol. 64.
                   84  Il fondo delle Scritture diverse delle Segreterie dei Viceré ha subito gravi perdite
                durante l’incendio del 1943 della villa di S. Paolo Belsito, dove erano stati temporanea-
                mente spostati i documenti dell’Archivio di Stato di Napoli per proteggerli dai bombar-
                damenti.
                   85  Asna, Collaterale, Notamenti, vol. 64, c. 60v, 10.06.1660.
                   86  I. Fusco, Peste, demografia e fiscalità cit., pp. 131-132.
                   87  Lo sostiene Fusco soprattutto in confronto con la successiva epidemia del 1690, di
                fronte alla quale le autorità si mostrarono più pronte, I. Fusco, La grande epidemia cit.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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