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Istituzioni del Regno di Napoli di fronte ai sismi del XVII secolo 143
Le rubriche furono redatte essenzialmente per uno scopo fiscale.
Classificare le località in base all’entità dei danni serviva a decidere
quali avevano la necessità di ottenere moratorie fiscali, discernendo
nella mole di suppliche e memoriali arrivati. Tuttavia si trattò di
un’operazione degna di nota, anche perché in qualche modo anticipò
il criterio di classificazione dei sismi poi elaborato da Mercalli, basato
appunto sulla valutazione della gravità dei danni.
Un ultimo elemento va evidenziato, quello degli effetti del sisma
sulla capitale. Le cronache raccontano dei tanti danni agli edifici reli-
giosi, di quelli alle abitazioni civili, delle vittime e dei feriti illustri .
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Peraltro i lavori di riedificazione della città resi necessari dal terremoto
furono talmente ampi da fornire l’occasione per un turning point nello
stile e nelle modalità costruttive . Quello che più ci interessa in que-
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sta sede, però, è l’effetto che il terremoto ebbe sui luoghi del potere
nella capitale. Le scosse infatti danneggiarono seriamente Castel Ca-
puano, la sede dove si riunivano tutti i tribunali centrali del Regno, e
assieme ad esso anche le principali fortezze della capitale, S. Elmo, il
torrione del Carmine, Castelnuovo. Ancora nel 1694 l’ingegnere Anto-
nio Natale, mandato a verificare eventuali danni al Castel S. Elmo in
occasione del nuovo sisma, attribuì delle crepe in una loggia al sisma
del 1688 . Le attività dei ministri vennero sospese dal 5 giugno, giorno
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della scossa, al 13 e poi fino al giorno dell’ottava del Corpus Domini,
sia per timore delle scosse di assestamento, sia per permettere ai mi-
nistri di partecipare alle devozioni religiose organizzate per l’evento 100 .
Dal 28 giugno le sedute ripresero nelle abitazioni private dei presidenti
dei rispettivi tribunali, in attesa che fosse reso agibile il Palazzo dei
97 Si veda G. de Blasiis, Aneddoti di storia napoletana. Il terremoto del 1688, «Archivio
Storico per le Provincie Napoletane», XX, 4 (1895), pp. 748-769, il quale pubblicò i Diari
di Domenico Confuorto, celebre autore dei Giornali di Napoli. Il resoconto di Confuorto
non è un caso isolato. Le relazioni a stampa sul terremoto con i suoi effetti sulla capitale
e le province sono al contrario molto numerose.
98 R. Lattuada, La ricostruzione a Napoli dopo il terremoto del 1688, in A. Marturano
(a cura di), Contributi per la storia dei terremoti nel bacino del Mediterraneo, Salerno,
Laveglia, 2002, pp. 209-214, p. 210. Questo terremoto tra l’altro ha destato l’interesse
degli studiosi anche per le tecniche di ricostruzione innovative adottate a Cerreto San-
nita, che costituirono un unicum all’epoca e sono state considerate tra i primi esempi
di criteri antisismici prima di quelli sperimentati nei sismi del 1703 e del 1783, cfr. E.
Gregorio, Giovan Battista Manni cit., p. 194.
99 Asna, Segr. Vic., Scritture diverse, vol. 909, relazione dell’ingegnere Antonio Natale
sui danni causati dal terremoto del 1694 al castello di S. Elmo, 15.9.1694.
100 Asna, Rcs, Notamenti, vol. 133, c. 561, ordine vicereale di sospensione delle atti-
vità per consentire la partecipazione dei ministri alle devozioni, 10.06.1688; c. 566, or-
dine vicereale di sospensione delle attività fino alla festa del Corpus Domini, 14.06.1688.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)