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134 Gaia Bruno
il suo obiettivo era quello di «riconoscere», poiché Capecelatro, trovan-
dosi sul posto, aveva la possibilità di raccogliere precise informazioni
sullo stato effettivo delle comunità e spedirle a Napoli. La sua è quindi
innanzitutto una funzione informativa. Lo vediamo per esempio nella
relazione sui danni al castello di Cosenza. Sia il castellano, sia l’inge-
gnere militare Giulio Garritano, contribuirono a fornirgli informazioni
dettagliate sullo stato effettivo della fortezza. In particolare appare di
notevole interesse il disegno del castello di Cosenza (fig. 3), poiché le
rappresentazioni grafiche degli effetti dei terremoti sono estremamente
rare nell’ambito della documentazione amministrativa di questo pe-
riodo, ma le circostanze particolari hanno fatto sì che del sisma del
1638 rimanessero anche tracce di questo tipo. Il disegno di Garritano
illustra la relazione in cui si spiega che la gran parte dei danni alla
fortezza di Cosenza non fu causata dal terremoto, ma da un fulmine
che vi si era abbattuto l’anno precedente. Lo scopo del documento è
dunque quello di definire con precisione i danni causati dal sisma, ai
quali si sarebbe dovuto porre rimedio urgente, distinguendoli da quelli
dovuti a altre cause precedenti.
Le relazioni come questa, contenente il disegno che il delegato in-
viava al centro, servirono concretamente per organizzare la gestione
delle comunità sul lungo periodo. Sulla base del lavoro di Capecelatro,
infatti, fu redatta una rubrica che classificava le località in due gradi
di gravità di danno subito, allo scopo di concedere dilazioni fiscali .
71
Come si vede, dunque, l’alleviamento del carico fiscale non fu che
l’ultimo tassello della risposta all’emergenza, preceduto dai primi soc-
corsi, dalla constatazione dei danni e dall’intenzione della ricostru-
zione. Avviato questo processo che potremmo definire di normalizza-
zione, il governo dovette organizzare la fase post-emergenziale. Fu al-
lora che intervenne per ricalcolare il peso contributivo delle comunità
colpite. Però quello che a noi può apparire un semplice palliativo eco-
nomico è invece un atto politico, come si vede meglio se riportato nel
suo contesto. Per la natura stessa delle istituzioni monarchiche della
prima età moderna, infatti, il drenaggio continuo di risorse fiscali era
indispensabile. Di questa dinamica il terremoto calabrese del 1638
fornisce un esempio concreto: il Regno di Napoli come parte della mo-
narchia spagnola dovette fornire denaro e uomini per difendere i ter-
ritori del Nord Italia; la richiesta di contribuzione toccò il suo apice
negli anni del sisma; nonostante un primo momento di esitazione in
71 Asna, Cons. Coll., Curiae, vol. 112, cc. 63-65v, consulta sull’intensità dei danni
subiti nelle diverse località, 17.12.1638. La rubrica è riportata da E. Novi Chavarria, I
“tremuoti” cit., p. 365.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)