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136 Gaia Bruno
[...] ho riconosciuto oralmente tutto quello che a V.E. è stato esposto dal
Presidente di detta terra non havendoci ritrovato nessuna persona habitante
perchè si sono absentati dal 19 del mese di gennaio prossimo passato nel quale
giorno a 15 ore vi fu in quella terra uno terremoto, una grandissima tempesta
con venti et acque e tuoni gagliardissimi che menano a terra tutte le case dei
cittadini con trenta passi di muraglie che circonda la terra non rimase altro che
la Chiesa che era fabrica nuova et il castello del Principe che pure ne cascarono
le finestre e per quanto sono informato dal capitano et da un prete vi morirono
alcune persone che se fosse stato di notte sarebbero morti tutti [...] 73
Il testo, come indicano le prime righe, nasceva in risposta a una
supplica inviata dall’università al viceré e discussa il 1° febbraio. Il
caso di Leporano aveva richiesto ulteriori approfondimenti, perché
aveva suscitato la preoccupazione delle autorità centrali per la sicu-
rezza dell’intero regno. Quella zona costiera della Puglia infatti era da
sempre soggetta alle scorrerie dei corsari . Come Capitanata, Terra di
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Bari e Terra d’Otranto, anche le altre coste erano a rischio. Il Regno di
Napoli, infatti, con le sue ampie regioni affacciate sul mare e per la
sua collocazione geografica era stato un baluardo al centro del Medi-
terraneo contro la minaccia dei turchi, da difendere con un sistema di
fortificazioni costruito nell’arco di decenni, soprattutto nel XVI secolo,
grazie al viceré Toledo. Il sistema prevedeva diverse piazzaforti marit-
time (insediamenti portuali rinforzati da mare e da terra per difendere
anche le navi commerciali) accanto a castelli e torri costiere . Le torri
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poste a difesa delle coste rappresentavano un patrimonio da salva-
guardare. Nel corso del XVII secolo, però, la politica della monarchia
spagnola cambiò. Il suo interesse principale non fu più la difesa dai
turchi e dai barbareschi, come era stato all’epoca di Carlo V, quando
si era elaborato il progetto di conquista del Nord Africa.
A metà Seicento si erano ormai consolidate le rotte commerciali
transoceaniche, mentre le esigenze di difesa erano pressanti per quei
territori europei più a rischio di invasioni da parte di altre potenze,
come abbiamo visto nel paragrafo precedente. Ciò comportò che tutte
le risorse economiche raccolte all’interno del Regno di Napoli non fu-
rono reinvestite se non in minima parte nelle spese di manutenzione
73 Asna, Rcs, Consulte, vol. 48, cc. 14-15, relazione del governatore provinciale con-
tenuta nella discussione della Sommaria sulla petizione dell’università di Leporano,
12.04.1646.
74 Su questo tema si veda A. Spagnoletti, Un mare stretto e amaro. L’Adriatico, la
Puglia e l’Albania (secc. XV-XVII), Roma, Viella, 2014, in particolare il capitolo 2.
75 F. Russo, La difesa costiera del Regno di Napoli, SME, Roma, 1989, p. 46: le piaz-
zaforti erano Pescara, Vieste, Manfredonia, Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta-Giovi-
nazzo, Bari, Mola-Polignano, Monopoli, Brindisi, Otranto, Gallipoli, Taranto, Crotone,
Reggio Calabria, Tropea-Amantea-Sorrento, Napoli, Baia, Gaeta.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)