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148 Gaia Bruno
si siano sommati a altre calamità: pestilenze, pericolo dei turchi, ele-
vata pressione fiscale, reclutamento forzato degli uomini, rivolte. È
dunque importante capire quale fosse il ruolo delle autorità del go-
verno centrale nel gestire questo sconfortante scenario.
Quanto emerso dalla documentazione induce a riconsiderare al-
cune ipotesi sulla gestione dell’emergenza in antico regime. Innanzi-
tutto, all’indomani del disastro, le comunità e le autorità non si limi-
tavano a cercare di placare l’ira divina. Comunemente si riteneva che
un evento così sconvolgente fosse stato voluto da Dio e effettivamente
una delle funzioni del viceré era quella di sollecitare e organizzare varie
forme di devozioni collettive, come accadde nel terremoto del Gargano
del 1627 e in quello del Sannio del 1688. Ciò però non significa che la
risposta all’emergenza si fermasse qui.
È stato messo in evidenza che le autorità napoletane decidevano di
sospendere per qualche tempo la riscossione delle imposte per le co-
munità colpite da catastrofi naturali. Il senso di questa operazione va
contestualizzato. Non si trattava infatti di un’azione di valore esclusi-
vamente economico, dettata dall’impossibilità o dalla mancanza di vo-
lontà di intervenire. Essa piuttosto era un’azione politica. Abbiamo vi-
sto in particolare nel caso del terremoto calabrese del 1638 come il
Regno dovesse rispondere alle sempre più onerose richieste della poli-
tica della monarchia spagnola. Decidere di sospendere la contribu-
zione fiscale in un momento in cui ogni minima parte delle risorse
doveva essere destinata alla difesa dei confini dei domini italiani della
Corona significava da parte del viceré scegliere di dare priorità alle
necessità del Regno di Napoli. Assume lo stesso valore la scelta della
Sommaria di accollarsi la riparazione delle mura di Barletta nel 1646
per difendere la sicurezza del Regno, in un momento di forte disinve-
stimento nella manutenzione delle fortificazioni.
Oltre alle circostanze particolari del contesto va detto qualcos’altro
sul funzionamento delle istituzioni. Lo stato di antico regime era fatto
di una molteplicità di organismi coesistenti e concorrenti, ognuno de-
tentore di una giurisdizione particolaristica. Si è ipotizzato che la ten-
denza a superare questo policentrismo sia stata attuata essenzial-
mente attraverso gli organismi deputati al prelievo fiscale 117 . Il drenag-
gio di risorse alla base della politica di potenza degli stati avrebbe così
determinato la nascita dell’apparato burocratico. Se ci poniamo in
questa prospettiva, dunque, non meraviglia aver riscontrato che la po-
litica interna del Regno, anche relativamente ai terremoti, passasse
largamente attraverso la gestione della fiscalità.
117 Per questa ipotesi e per i relativi riferimenti bibliografici rimandiamo ancora una
volta alla sintesi di S. Conca Messina, Profitti del potere cit.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)