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238 Nicoletta Bazzano
Sono queste le idee che producono il sorgere, sin dai primi anni del
Seicento – allorché la corona non è più in grado di sostenere in toto un
sistema assistenziale in costante crescita – di un circolo virtuoso di
pratiche, narrazioni, teorizzazioni che danno vita, a loro volta, a ulte-
riori esperienze assistenziali. In questo contesto, un ruolo determi-
nante hanno le donne, religiose e non, delle cui vere e proprie imprese
transfrontaliere nel campo dell’aiuto umanitario e della mediazione
l’autrice dà appassionato conto nel secondo e nel terzo capitolo del
volume. È proprio attraverso, anche se non solo esclusivamente,
l’opera e gli scritti di queste donne – che trovano un punto di riferi-
mento in Isabella Clara Eugenia d’Asburgo, governatrice dei Paesi
Bassi – che l’idea che l’azione di governo della Monarchia debba con-
sistere nell’integrare le diverse comunità nazionali, a cominciare dagli
individui in difficoltà e letteralmente spaesati, diviene un patrimonio
diffuso: un auspicio che trova una formidabile cassa di risonanza nel
volume dedicato alla Monarchia di Spagna di Tommaso Campanella,
che raccomanda la cura nei confronti dei soldati feriti lontani dai loro
luoghi di origine e l’incoraggiamento dei matrimoni dei soldati spagnoli
in missione con donne del luogo, come il filosofo vede avvenire con
grande facilità a Napoli.
Campanella sarà deluso nelle sue aspirazioni, tuttavia dalla storia
dettagliata dei diversi ospedali che l’autrice ci restituisce, compatibil-
mente con la documentazione reperita – cosa non facile, soprattutto
per le istituzioni di minori dimensioni –, è possibile rendersi conto
come queste strutture di accoglienza e di cura, con tutto ciò che ruota
loro attorno – confraternite, collegi, conservatori –, siano anche strut-
ture di interrelazione e di integrazione fra le diverse nationes della Mo-
narchia. Si tratta di un livello di interazione più basso, a livello sociale,
di quello portato avanti dalle élites aristocratiche, che per tradizione
coltivano politiche matrimoniali transfrontaliere, ma forse proprio per
questo in grado di alimentare il consenso diffuso nei confronti del so-
vrano, ancorché lontano. Ed è per questo che, oltre alla crescente ge-
nerosità di privati donatori, queste strutture sono in grado, seppur con
fatica, di drenare risorse dalla corona o dai bilanci dei diversi domini,
riuscendo a mantenere per molto tempo un precario equilibrio tra en-
trate e uscite e a garantire prestazioni mediche, formazione al lavoro,
doti nuziali per le ragazze povere, microcredito e molteplici altri servizi
altrimenti molto difficili da reperire. Inoltre, proprio la loro funzione di
stazioni di posta di un’umanità sofferente, in movimento da un luogo
all’altro dell’insieme politico asburgico – spesso soldati avvezzi alla
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)