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                utilizzate dagli indios. L’ospedale è quindi un nodo di relazioni, infor-
                mazioni,  comunicazione  che  lega  ambienti  fisicamente  e  cultural-
                mente lontani e contribuisce a quella reductio ad unum in grado di
                assicurare longevità, seppure non priva di alterazioni, alla Monarchia
                cattolica.
                   Il volume di Novi Chavarria offre diversi e importanti spunti di ri-
                flessione, non solo per coloro che si occupano direttamente di strut-
                ture assistenziali in età moderna, ma anche per coloro che studiano
                la Monarchia spagnola. Il primo punto di forza del libro è proprio la
                programmatica volontà di procedere in prospettiva comparativa, ana-
                lizzando le vicende delle strutture assistenziali rivolte ai sudditi del re
                cattolico nei diversi domini della Monarchia, con uno sguardo prefe-
                renziale all’Italia. Negli studi degli ultimi anni lo sguardo comparativi-
                sta, in grado di affiancare e giustapporre le diverse realtà dell’insieme
                asburgico,  è  stato  sicuramente  presente  nella  storiografia  europea.
                Tuttavia, quasi sempre, esso si è espresso in volumi collettanei, spesso
                frutto di importanti incontri e seminari. In questo caso l’autrice ci offre
                una ricostruzione ad ampio raggio, cercando di unire sotto un’unica
                prospettiva i molti tasselli forniti da fonti alquanto frammentarie: il
                libro risulta così particolarmente meritorio e utile, nel suo sforzo di
                offrire compattezza a un oggetto che risente di molteplici “vuoti” docu-
                mentari e storiografici. La proposta metodologica del volume è chiara:
                studiare in maniera complessiva e in chiave comparativistica è essen-
                ziale  per  svelare  aspetti  ancora  inediti  della  storia  della  Monarchia
                spagnola.
                   Molti dei personaggi evocati nel volume sono stati al centro dei re-
                centi interessi biografici di studiosi che ne hanno ricostruito carriere
                e parentele. La lettura delle pagine di Novi Chavarria, però, ci ammo-
                nisce a non leggere le vite di queste figure esclusivamente alla luce dei
                principi di “onore e utile” che ne avrebbero guidato le scelte personali.
                Questi attori storici, invece, non mancano di una nozione di politica
                intesa come visione complessiva della società e come progetto per in-
                cidere sulla realtà. A questo proposito la figura di Juan de Zúñiga pro-
                posta da Novi Chavarria è paradigmatica. Insieme con il suo gruppo,
                che anima dal 1580 la Junta de Noche e che è composto da antichi
                sodali dell’Academia literaria promossa anni prima dal duca d’Alba,
                Zúñiga persegue, in ogni ruolo che occupa, prima a Roma e a Napoli e
                infine a Madrid, al fianco di Filippo II, l’obiettivo di facilitare l’osmosi
                fra i sudditi del re cattolico originari di territori diversi da quelli dove
                sono chiamati a servire il monarca o dove le vicende più diverse della




                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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