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276 Salvatore Ciriacono
di Venezia nei mercati levantini ma anche di possibili alleati, in una
supposta concordia nazionale, rispetto alle più forti monarchie occi-
dentali.
Era comunque inevitabile il declino della Repubblica di Venezia? Il
n’y a pas de Républiques de Venise declamano gli storici allorquando
si vuole sottolineare che una qualsiasi repubblica non stia scompa-
rendo come quella di Venezia . Ci si chiede quali siano state le possibili
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difese e risposte dello stato veneziano. Sicuramente è mancata una
reazione di carattere istituzionale, vale a dire un’apertura da parte del
ceto dirigente (come sappiamo quelle poche centinaia di famiglie che
detenevano i gangli del potere, amministrato comunque con compe-
tenza e indubbia compenetrazione) ad altri ceti e forze economiche.
Sicuramente non fu una totale chiusura a queste ultime, incarnate
dalle tradizionali minoranze operanti a Venezia: Greci, Ebrei, Armeni,
Tedeschi, Dalmati, gli stessi Turchi. Esse permisero alla Repubblica
grazie al loro operato e presenza nei diversi mercati di giocare un ruolo
incisivo, nell’area adriatica e nelle regioni che si affacciavano nel Me-
diterraneo orientale.
Tuttavia è pur vero che oltre al loro operato sarebbe stato pur ne-
cessario introdurre una legislazione e strumenti giuridici che permet-
tessero loro di competere con i loro rivali, diremmo ad armi pari (com-
pagnie commerciali, porto franco, codice di navigazione, mercato azio-
nario ad esempio). Vorremmo introdurre peraltro un’altra variabile, in
un’ottica apertamente braudeliana, vale a dire quella che considera i
limiti di una possibile risposta a un contesto internazionale in forte
dinamismo e trasformazione e soprattutto chiedersi quali sarebbero
potuti essere i margini di tale manovra.
2. La Repubblica in un’età di crisi. Tra terra e mare
Resta un punto fermo che quanto si delineasse nel corso del XVII
secolo rappresentasse un turning-point decisivo per Venezia, sebbene
le difficoltà sia sotto il profilo economico che internazionale debbano
essere interpretate nelle varie sfaccettature, guardando sia alla città
Dominante ma non meno al resto dello stato. Sicuramente dopo la
pestilenza del 1630 si era pur registrata una lenta ma costante ripresa
sia nel settore agricolo che in quello manifatturiero. Per quel che con-
cerne quest’ultimo settore dopo l’abbrivio segnato da studi sul concet-
6 Concordo con quanto sottolinea Walter Panciera, a proposito della fine della Re-
pubblica aristocratica: «un declino che non era affatto scontato rispetto all’infelice esito
politico» (Panciera, La Repubblica di Venezia nel Settecento, Viella, Roma, 2014, p. 148).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)