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                di Venezia nei mercati levantini ma anche di possibili alleati, in una
                supposta concordia nazionale, rispetto alle più forti monarchie occi-
                dentali.
                   Era comunque inevitabile il declino della Repubblica di Venezia? Il
                n’y a pas de Républiques de Venise declamano gli storici allorquando
                si vuole sottolineare che una qualsiasi repubblica non stia scompa-
                rendo come quella di Venezia . Ci si chiede quali siano state le possibili
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                difese e risposte dello stato veneziano. Sicuramente è mancata una
                reazione di carattere istituzionale, vale a dire un’apertura da parte del
                ceto dirigente (come sappiamo quelle poche centinaia di famiglie che
                detenevano i gangli del potere, amministrato comunque con compe-
                tenza e indubbia compenetrazione) ad altri ceti e forze economiche.
                Sicuramente non fu una totale chiusura a queste ultime, incarnate
                dalle tradizionali minoranze operanti a Venezia: Greci, Ebrei, Armeni,
                Tedeschi, Dalmati, gli stessi Turchi. Esse permisero alla Repubblica
                grazie al loro operato e presenza nei diversi mercati di giocare un ruolo
                incisivo, nell’area adriatica e nelle regioni che si affacciavano nel Me-
                diterraneo orientale.
                   Tuttavia è pur vero che oltre al loro operato sarebbe stato pur ne-
                cessario introdurre una legislazione e strumenti giuridici che permet-
                tessero loro di competere con i loro rivali, diremmo ad armi pari (com-
                pagnie commerciali, porto franco, codice di navigazione, mercato azio-
                nario ad esempio). Vorremmo introdurre peraltro un’altra variabile, in
                un’ottica apertamente braudeliana, vale a dire quella che considera i
                limiti di una possibile risposta a un contesto internazionale in forte
                dinamismo e trasformazione e soprattutto chiedersi quali sarebbero
                potuti essere i margini di tale manovra.


                2. La Repubblica in un’età di crisi. Tra terra e mare

                   Resta un punto fermo che quanto si delineasse nel corso del XVII
                secolo rappresentasse un turning-point decisivo per Venezia, sebbene
                le difficoltà sia sotto il profilo economico che internazionale debbano
                essere interpretate nelle varie sfaccettature, guardando sia alla città
                Dominante ma non meno al resto dello stato. Sicuramente dopo la
                pestilenza del 1630 si era pur registrata una lenta ma costante ripresa
                sia nel settore agricolo che in quello manifatturiero. Per quel che con-
                cerne quest’ultimo settore dopo l’abbrivio segnato da studi sul concet-


                   6  Concordo con quanto sottolinea Walter Panciera, a proposito della fine della Re-
                pubblica aristocratica: «un declino che non era affatto scontato rispetto all’infelice esito
                politico» (Panciera, La Repubblica di Venezia nel Settecento, Viella, Roma, 2014, p. 148).



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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