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278 Salvatore Ciriacono
sempre esempio di una dinamica e «first modern economy», oltre che
stato coloniale di indubbio successo, almeno in questi secoli cruciali .
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D’altro canto se era l’intera penisola italiana che doveva affrontare
a livello internazionale una dura concorrenza nel settore marittimo,
era nel Mediterraneo e in misura crescente nel Mediterraneo Orientale
– dove si stagliava quel colosso economico e militare rappresentato
dall’Impero ottomano, e dove l’economia veneziana aveva svolto da se-
coli una funzione essenziale – che la Repubblica era messa a dura
prova dovendo reagire a tale confronto, nell’auspicio di non perdere il
totale controllo dei suoi tradizionali spazi geografici ed economici.
Nel perseguire tali strategie sembra proponibile indicare nella man-
cata creazione di compagnie commerciali un fattore di crescente debo-
lezza: un aspetto questo individuabile sia a Venezia che negli altri stati
regionali italiani, tanto più risolutivo in quanto induce a un confronto
con quelle compagnie che erano sostenute dagli stati-nazione in corso
di formazione. Ovviamente in questo campo di studi si è sviluppato un
orientamento che ha messo in evidenza volta a volta fattori culturali e
religiosi, gli intrinseci legami che unirono ad esempio le monarchie
iberiche con i loro commercianti, oppure il grado di imprenditorialità
espresso dal caso inglese (Compagnia delle Indie Orientali) e ancor più
da quello olandese, attraverso la VOC: un’imprenditorialità quest’ul-
tima, talvolta senza scrupoli, ma che si contraddistingueva rispetto a
un eccessivo e forse frenante intervento della monarchia francese.
Nel caso veneziano il ruolo del patriziato, supremo regolatore della
vita economica e istituzionale dello stato, rappresentò sicuramente un
ostacolo determinante. Creare delle compagnie, anche se solo semi-
pubbliche ma aperte a un azionariato diffuso e a forze sociali più lar-
ghe rispetto alla classe dirigente, introducendo quindi il concetto di
responsabilità individuale e di rischio legato all’investimento aziona-
rio, rappresentava un elemento di scardinamento del tradizionale as-
setto sociale e istituzionale. Questo si identificava con una classe di
governo dedita sin dalle origini delle fortune veneziane con le attività
commerciali interpretate, sulla scia di una lunga tradizione storiogra-
fica (a iniziare dagli studi di Frederic Lane) come una sorta di «board
of governors» .
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Una compagnia commerciale fu tentata tuttavia nel 1662-1663, pa-
rallelamente al tentativo di creare un porto franco, ma l’esperimento
abortì sul nascere. Si intravvedeva in quei tentativi il pericolo di creare
10 The First Modern Economy di J. de Vries e Ad van der Woude, Cambridge Univer-
sity Press, Cambridge, 1997.
11 I. Cecchini and L. Pezzolo, Merchants and institutions in early-modern Venice,
«Journal of European Economic History», 41/2 (2012), p.89.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)