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Venezia e la globalizzazione (secoli XVII-XVIII) 277
to di declino relativo si è data la giusta enfasi alle produzioni di lusso,
ad alto valore aggiunto e di nicchia, incentrate soprattutto nella Do-
minante.
In città soprattutto (senza dimenticare peraltro altri centri culturali
ed editoriali, vedi le tipografie di Bassano) ebbe modo di svilupparsi
una economia culturale di grande rilievo, forse per la famosa legge per
cui il declino o l’arretramento economico di una civiltà dà luogo a una
tardiva affermazione artistica e culturale. Il Sei e soprattutto il Sette-
cento furono infatti per Venezia dei secoli in cui l’architettura, i teatri,
la musica, la pittura conobbero uno sviluppo di carattere europeo, at-
tirando, continuando e rafforzando una tradizione turistica che aveva
preso le mosse già nei secoli precedenti . Una tappa obbligata del
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grand tour aristocratico e borghese nel bel paese, oltre che il richiamo
di giocatori d’azzardo e la presenza in città di ritrovi e salotti aristocra-
tici (i ridotti) avrebbero rappresentato un’integrazione e un bilancia-
mento alle perdite che andavano a farsi annunciare nell’economia
reale e nelle difficoltà finanziarie (non ultimi i costi sostenuti nella di-
fesa di Candia e nella conquista, temporanea, della Morea) .
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Aspetto fondamentale della ristrutturazione dell’economia dello
stato era comunque illustrato dal travaso di molte produzioni mani-
fatturiere in Terraferma, sviluppando quella che è stata definita una
possibile sebbene imperfetta regionalizzazione dell’economia veneta.
Questa, articolata in molteplici aree, si esprimeva con spinte centrifu-
ghe rappresentate dai territori al di là del Mincio, vale a dire dal Bre-
sciano e dal Bergamasco, territori vieppiù gravitanti su Milano . Cer-
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tamente tali aspetti, oltre alla frammentazione fra Stato da Mar e Ter-
raferma o l’estensione territoriale (se si volesse stabilire un confronto
con la monarchia francese o con quella spagnola), non rappresenta-
vano un elemento di forza rispetto ad altri stati-nazione, per non dire
di imperi quali quello dei Ming/Qing, dei Moghul, dell’Impero otto-
mano, russo, safavide. Tuttavia tale confronto (quello della dimensione
territoriale) risulta debole se si volesse prendere in considerazione il
caso dei Paesi Bassi, stato di non estesa superficie territoriale ma pur
7 F. Benvenuti, La città dei piaseri, in Storia di Venezia, VIII, L'ultima fase della Sere-
nissima, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma, VIII, 1998, pp.705-744; R.C. Davis,
G.R. Marvin, Venice, the tourist maze: A cultural critique of the world’s most touristed
city, University of California Press, Berkeley Ca., 2004.
8 L. Pezzolo, Una finanza d'ancien régime. La Repubblica veneta tra XV e XVIII secolo,
ESI, Napoli, 2006.
9 S. Ciriacono, Venise et ses villes. Structuration et déstructuration d’un marché régio-
nal, XVI–XVIII siècle, «Revue historique», 276 (1986), pp.287–307; Idem, Protoindustria,
lavoro a domicilio e sviluppo economiconelle campagne venete in epoca moderna, «Qua-
derni Storici», XVIII (1983), pp.57-80; L. Pezzolo, The Venetian Economy, in A Companion
to Venetian History, 1400–1797, Brill, Leiden-Boston, 2013, pp.255-289.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)