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                   Certamente sotto il profilo macro-economico è necessario chiedersi
                quale  fosse  il  ruolo  del  commercio  e  delle  transazioni  marittime
                nell’ambito dell’intera economia dello stato veneziano. Certamente si
                può concludere con Vera Costantini e Benjamin Arbel che nel giro di
                pochi decenni, dopo la perdita di Cipro e con una accelerazione nella
                seconda metà del XVII secolo, il panorama del commercio veneziano
                sarebbe mutato profondamente, dominato com’era dalla concorrenza
                di Olandesi, Inglesi e Francesi  . Benjamin Arbel sottolinea come «per-
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                duta Cipro, la storia prese tutt' altra piega. Per la prima volta dopo
                molti secoli lo Stato da mar diventava una componente alquanto mar-
                ginale del sistema statale veneziano».
                   In effetti è difficile negare che gli orizzonti della Repubblica si fos-
                sero contratti, nonostante che nel tardo Seicento si registrasse una
                rinnovata spinta di dinamismo economico, un ultimo sussulto espan-
                sionistico che si concludeva con l'annessione del Peloponneso (perduto
                peraltro successivamente) . D’altro canto se è impossibile negare gli
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                aspetti talvolta di carattere «coloniale» in molte aree della Repubblica
                (con tutti i rischi di proiettare nel passato una categoria storica di dif-
                ficile e in ogni caso di antica definizione), è altrettanto problematico
                intravvedere un «impero» per quanto riguarda gli aspetti istituzionali
                della Repubblica: non a caso si sostiene l’esistenza di un Common-
                wealth ante litteram .
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                   Che  poi  la  Terraferma,  lo  sviluppo  manifatturiero,  la  produzione
                agricola, i rapporti e i commerci con l’Europa centrale fossero divenuti
                centrali nella realtà dell’economia veneziana e nelle obbligate strategie
                della classe di governo (se davvero tali linee si possono evincere e leg-
                gere attraverso le pratiche amministrative e finanziarie), tutto ciò non
                può oscurare o far dimenticare la tenuta dei rapporti commerciali con
                il Mediterraneo orientale e con quelle regioni che ora definiamo, sbri-
                gativamente e certamente in modo inappropriato per il passato, Medio
                Oriente, traffici che poterono estendersi sino al subcontinente indiano.




                   15  V. Costantini, Il sultano e l'isola contesa. Cipro tra eredità veneziana e potere otto-
                mano, UTET, Torino, 2009, p.177.
                   16  B. Arbel, Colonie d'Oltremare, in Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della
                Serenissima,V, Il Rinascimento. Società ed economia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
                Roma, 1996, p.980; M. van Gelder, How to influence Venetian economic policy: collective
                petitions of the Netherlandish merchant community in the early seventeeth century, «Med-
                iterranean Historical Review», 24 (2009), pp. 29-47.
                   17  Il Commonwealth veneziano tra 1204 e la fine della Repubblica. Identità e peculia-
                rità, G. Ortalli, O.J. Schmitt, E. Orlando (a cura di), Istituto veneto di scienze, lettere ed
                arti, Venezia, 2015; E. Ivetic, Storia dell’Adriatico. Un mare e la sua civiltà, Il Mulino,
                Bologna, 2019.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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