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           Nelle retoriche giornalistiche odierne,  che  si  affastellano  sulle  pagine  dei
           che  inevitabilmente  sono  latrici  di  giornali  e  sui  siti  web,  un  totale
           senso  comune  e  contribuiscono  a  rifiuto  di  autentica  contestualizza-
           formare l’opinione generale, l’episo-  zione: ma, la ricerca del contesto e,
           dio della violenza, anche e soprattutto  quindi, la considerazione dei rapporti
           quando  essa  sfocia  nell’omicidio,  di potere fra uomo e donna nel caso
           tende  a  essere  spettacolarizzata:  specifico e nella società più in gene-
           generalmente,  la  morte  violenta  di  rale, è un esercizio così difficile e tal-
           una  donna  per  mano  di  un  uomo,  mente poco remunerativo in termini
           spesso il suo compagno o la persona  di ascolto e di presa sul pubblico da
           che ha avuto con lei una relazione, è  poter essere ignorato? È realizzabile
           inserita fra i casi di cronaca nera e  solo  in  “casi  freddi”  restituiti  con
           l’omicidio viene descritto come “rap-  estrema parsimonia dalle carte d’ar-
           tus”, “incidente” o “mo mento di follia”.  chivio? O sta a noi, lettori e cittadini,
           L’esempio  che  l’autrice  analizza  è  pretenderlo  nella  carta  stampata  e
           quello dell’omicidio dell’attrice fran-  non accontentarci di facili voyeuri-
           cese Marie Trintignant, uccisa a botte  smi?  Il  volume  curato  da  Simona
           dal compagno Bertrand Cantat, lea-  Feci  e  Laura  Schettini  induce  alla
           der  del  gruppo  musicale  dei  Noir  riflessione su questi e altri interroga-
           Desir. I quotidiani francesi fecero a  tivi, facendo del terreno storico un
           gara  per  raccontare  una  favola  di  campo di impegno politico.
           amore e morte, una riproposizione di
           Tristano  e  Isotta o  di  Romeo  e  Giu-            Nicoletta Bazzano
           lietta, avvalorando questa tesi con la
           pubblicazione di una dichiarazione di
           Cantat: «Je réfute le terme de crime,  Marco Albertoni, La missione di Decio
           c’est un accident après une lutte et  Francesco  Vitelli  nella  storia  della
           une folie mais pas un crime» (Rifiuto  Nunziatura di Venezia. Dai primi inca-
           il termine di crimine, è un incidente  richi  alla  guerra  di  Castro  (1485-
           dopo una lotta e una follia ma non è  1643), Collectanea Archivi Vaticani,
           un  crimine).  In  pochi  descrivono  il  Città del Vaticano, 2017, pp. 347
           carattere  di  Cantat  e  danno  spazio
           alle parole della madre della vittima,  Il nunzio Decio Francesco Vitelli fu
           che  denunciò  come  il  musicista  protagonista di una carriera ecclesia-
           avesse alle spalle una storia di vio-  stica simile a molte altre nel Cinque-
           lenza sulle compagne precedenti, lad-  Seicento  italiano.  Eppure,  come
           dove di Marie Trintignant viene messa  dimostra Marco Albertoni nel bel libro
           in rilievo la storia sessuale e familiare,  che sviluppa la sua tesi dottorale, la
           i  quattro  figli  avuti  da  precedenti  sua esperienza in laguna fu comun-
           matrimoni,  le  scelte  professionali  que significativa, anche se, alla fine,
           sempre indirizzate all’interpretazione  fallimentare per lo stesso prelato.
           di donne folli e crudeli, la cui resa era  Come  indicato  già  nel  titolo,  il
           amplificata dalla voce arrochita dalle  libro è tuttavia ben più di una sem-
           troppe sigarette…                   plice biografia o di un’analisi detta-
              È  evidente  in  questo  caso,  ma  gliata degli undici anni (1632-1643)
           anche nelle cronache di altre violenze  della  nunziatura  di  Vitelli.  Questa



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018       n.43
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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