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Recensioni e schede 403
liano del primo Seicento l’assunzione Sta di fatto che per quasi due se-
di tabacco non ebbe difficoltà a dila- coli in gran parte dell’Italia il tabacco
gare, come dimostra anzitutto una venne sfruttato per le sue potenzialità
trattatistica divenuta copiosa a partire fiscali. Generalmente, all’applicazione
dagli anni ’30 del XVII secolo. Anche di imposte sul commercio venne pre-
«dedicare poesie o spettacoli teatrali ferita col tempo la creazione di pri-
al tabacco […] era di per sé un chiaro vative, giustificate sia con la natura
indicatore della dimensione che il fe- voluttuaria del consumo, sia con l’esi-
nomeno aveva assunto in quegli anni». genza di tutelare la salute pubblica:
Alla pianta americana si poteva at- per la verità, non perché si ritenesse
tribuire la proprietà di far tornare i il tabacco nocivo, ma perché si temeva
morti in vita, come in un divertisse- che venisse manipolato e mescolato
ment poetico di Francesco Zucchi con «polveri di altre cose vilissime e
(1636); o accusarla di favorire la cal- di nessuna virtù». Apripista furono il
vizia precoce, come nel trattato del Regno di Napoli e il Ducato di Milano,
medico Giacomo Cuffari (1645). In premuti dalle pesanti richieste della
una girandola di opinioni contrappo- Corona spagnola. Poi, intorno alla
ste, c’era chi riteneva che il tabacco metà del Seicento, quasi tutti gli altri
fosse utile agli studiosi per la loro Stati della penisola – mancando di
concentrazione (un altro «dottore fi- un «articolato ordinamento ammini-
sico»), chi lo definiva «panacea d’ogni strativo periferico sul quale innestare
morbo e piaga» (il monaco cistercense un efficiente sistema di gestione di-
Benedetto Stella), ma anche chi lo retta della privativa» – ricorsero alla
paragonava a un «contagio», a una soluzione dell’appalto, andando talora
«polvere» che «imbratta tutti: piccoli incontro a qualche delusione per le
e grandi, nobili e plebei, poveri e ric- insufficienze di capitali e di organiz-
chi, cristiani e giudei» (il poeta Ales- zazione delle prime imprese appalta-
sandro Sanlorini). Con il XVIII secolo, trici. Dopo i necessari aggiustamenti,
invece, al tabacco vennero dedicate però, le privative assicurarono quasi
opere di ispirazione agronomica che dappertutto utili crescenti, grazie
suggerivano alle autorità di avviarne principalmente a un aumento co-
la coltivazione in loco, e altre legate stante del consumo di tabacco (specie
alla montante campagna di opinione quello da fiuto) per tutto il corso del-
contro le privative e a favore della li- l’età moderna. Il testo riporta dati
beralizzazione del mercato, che ri- impressionanti nel caso di Venezia,
sentiva dei nuovi venti della fisiocrazia dove i prezzi di appalto della privativa
francese. Anche «Il Caffè» si interessò aumentarono in 150 anni di 70 volte;
all’argomento: se Cesare Beccaria mentre nelle casse del Regno di Sar-
formulò un giudizio negativo sul ta- degna gli incassi garantiti dal mono-
bacco («ci appesta ed avvelena la boc- polio del tabacco crebbero del 1.500%
ca»), altri insistevano sull’insosteni- in poco più di un secolo; e a Napoli,
bilità dell’approvvigionamento dal- sul finire della dominazione austriaca,
l’estero di un prodotto il cui consumo l’appalto fruttava il 9% delle entrate
era ormai generalizzato e sull’oppor- statali. Tutti questi dati sono snoc-
tunità di incentivarne la produzione ciolati in un paio di paragrafi: forse
all’interno dei confini statali. l’unica concessione alla dimensione
n.43 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)