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Un'isola di scomunicati: Sicilia, 1339                           239



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             Pando , appartenenti ad una famiglia di origine amalfitana, e Manfredi
             Boccadorzo  96  introducono nell’elenco la categoria non dichiarata dei
             mercatores, i quali con le relazioni commerciali avevano consentito la
             sopravvivenza economica del Regno e con i prestiti ne avevano finan-
             ziato la difesa armata. Ad essi segue poco dopo Oberto de Aldobran-
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             dini , e più avanti nell’elenco altri mercanti palermitani: Giacomo de
             Cisario, il quale nel 1338 era stato uno dei testimoni nella procura cit-


                95  Avrà parte nel 1351 nella rivolta palermitana guidata da Lorenzo Murra. Risulta già
             morto nel 1363. Cfr. A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., pp. 318
             s.; L. Sciascia, Introduzione, in Ead. (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 7 (Registri
             di lettere 1340-48) cit., pp. XXIII-XXIX; P. Sardina, Palermo e i Chiaromonte: splendore e tra-
             monto di una signoria. Potere nobiliare, ceti dirigenti e società tra XIV e XV secolo cit., pp. 8,
             15, 26-29, 227, 367; S. Fodale, Su l’audaci galee de’ Catalani (1327-1382). Corona d’Aragona
             e Regno di Sicilia dalla morte di Giacomo II alla deportazione di Maria cit., pp. 72 s., 85.
                96  Banchiere (prestanome dei Peruzzi), cittadino palermitano di origine pisana, secreto.
             Nel 1316 aveva fatto un prestito all’universitas di Palermo per esigenze di guerra. Nel 1326-
             27 partecipò con Oberto Aldobrandini ed altri ad un mutuo alla regia curia per 3.500 once.
             Per un altro prestito, ottenne dal re la priorità del rimborso (1328). Fu uno dei tre sindaci
             della città di Palermo nominati il 1° luglio 1328. Ebbe in locazione per 1.500 once le tonnare
             della regia curia per il biennio 1328-1330 e per 5.000 once le gabelle della secrezia e della
             cassia propter guerram del 1328-29, versando subito al re l’intera somma. Nel 1342 per un
             debito di cui era fideiussore gli sarà sequestrata una casa al Cassaro. Aveva una bottega a
             Palermo in contrada Marittima. C. Trasselli, Note per la storia dei Banchi in Sicilia nel XIV
             secolo, Palermo 1958, pp. 37, 41; H. Bresc, Le gouvernement de l’étranger: aristocrates et
             marchands ‘experts’ à la cour de Sicile (1296-1355) cit., p. 199; P. Corrao (a cura di), Acta
             Curie felicis urbis Panormi, 5 (Registri di lettere ed atti 1328-1333) cit., docc. 36, 50, 55, 57,
             59, 105 s., 109, 114, pp. 73 s., 92 s., 101, 103 s., 106 s., 189 s., 196, 204; L. Sciascia (a
             cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 7 (Registri di lettere 1340-48) cit., doc. 196, p. 278;
             B. Pasciuta, I notai a Palermo nel 14. secolo: uno studio prosopografico cit., nn. 56, 180, 233
             pp. 116, 204, 230; P. Sardina, Palermo e i Chiaromonte: splendore e tramonto di una signoria.
             Potere nobiliare, ceti dirigenti e società tra XIV e XV secolo cit., p. 127.
                97  Robertum de Odobrandino. Cittadino palermitano, mercante in panni e pelli, ban-
             chiere. Nel 1316 rappresentò la città di Palermo in Parlamento. Nel 1321 effettuò un
             pagamento per conto del pretore di Palermo. Attivo a Palermo come mercante di panni
             di lana (1323-1327), partecipò con Manfredi Boccadorzo ed altri mercatores, alla con-
             cessione alla regia curia nel 1326-27 di un prestito per 3500 once, garantito sulle gabelle
             palemitane. Nel 1328 ebbe l’officium di amministratore del ricavato dalla vendita della
             cera della cattedrale di Palermo. Fu inoltre incaricato dell’approvvigionamento granario
             della città, colpita dalla carestia (1329). Fu con Matteo Falcone uno degli arbitri in una
             controversia ereditaria (1329). Fece parte della confraternita palermitana di San Barto-
             lomeo della Kalsa (1344). C. Trasselli, Note per la storia dei Banchi in Sicilia nel XIV secolo
             cit., p. 41; I. Peri, La Sicilia dopo il Vespro. Uomini, città e campagne, 1282-1376 cit., pp.
             62, 81, 84, 114 s., 129; G. Bresc Bautier - H. Bresc, Maramma. I mestieri della costru-
             zione nella Sicilia medievale, in Id., Una stagione in Sicilia cit., II, p. 542; M.R. Lo Forte
             Scirpo, Società ed economia a Palermo nel sec. XIV. Il conto del tesoriere Bartolomeo Nini
             del 1345, Palermo 1992, pp. 44, 67; B. Pasciuta, I notai a Palermo nel 14. secolo: uno
             studio prosopografico cit., n. 127, pp. 165, 167 s; P. Corrao (a cura di), Acta Curie felicis
             urbis Panormi, 5 (Registri di lettere ed atti 1328-1333) cit., docc. 18, 62 s., 70, 121, 134,
             pp. 40-43, 113-116, 127, 129 s., 216, 233; V. Russo, Il fenomeno confraternale a Palermo
             (secc. XIV-XV), Associazione Mediterranea, Palermo 2010, pp. 162 s.


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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