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Un'isola di scomunicati: Sicilia, 1339                           243



             oltre Ansaldo de Patti, il quale potrebbe essere quell’Ansaldo de Ior-
             dano, giudice messinese presente nella procura del 1338 118 , Riccardo
             de  Cannaretto,  Giacomo  de  Siragusa  e  un  altro  piccolo  gruppo  di
             signori feudali: Rodorico de Sosa, Filippo de Cavasilice, Giovanni de
             Genuisio, Simone de Omodeo, che non riusciamo a identificare. Al 109°
             posto è collocato un magister palermitano: Biagio de Dentici. Lo segue
             un ultimo gruppetto di cavalieri, costituito da Guglielmo de Inturrella 119
             e dai messinesi Filippo 120  e Vassallo (o Vassallino) Sardo 121  e Aloisio de
             Bonsignore.
                La  massiccia  scomunica  dei  siciliani,  a  sostegno  dell’invasione
             angioina, sembra che riguardasse soprattutto palermitani e messinesi,
             pochi catalani. Con Matteo Sclafani colpiva duramente Chiaromonte e
             Palizzi e i loro seguaci. Colpiva, ma pare meno duramente, gli Alagona,
             i Peralta, i Moncada e i rispettivi partigiani, in ragione di un rapporto
             di forze che vedeva prevalere i latini sui catalani nelle posizioni di
             governo, attorno a re Pietro. Evitarono la scomunica ovviamente quanti
             non avevano avuto, o non avevano ancora, ruoli rilevanti, o rilevabili,
             e  coloro  che  avevano  tradito  e  preso  posizione  a  sostegno  del  re
             angioino, o per essere ribelli all’autorità del re stavano per farlo o si
             sperava che lo facessero, in primo luogo evidentemente i Ventimiglia,
             nessuno dei quali venne scomunicato, e i loro aderenti.
                L’elenco degli scomunicati, che esclude completamente le donne,
             segue grossolanamente un criterio che tiene conto del grado e della
             dignità delle persone, dell’importanza degli uffici ricoperti, probabil-
             mente anche della gravità dei comportamenti e degli atti, ma forse
             soprattutto della rilevanza del ruolo avuto o ricoperto. La sua compi-
             lazione sembra ricorrere alla documentazione disponibile agli atti, ed





                118  Tra il 1272 e il 1283 nella famiglia Patti è ricordato un Ansaldo. Cfr. C. Salvo, Giu-
             rati, feudatari mercanti. L’élite urbana a Messina tra Medio Evo e Età Moderna, Roma
             1995, p. 71; M. Moscone, Un modello di documento semipubblico nella Sicilia tardome-
             dievale: la designatio syndicorum di Palermo e Messina per l’ambasceria del 1338 a Bene-
             detto XII cit., pp. 517, 520.
                119  Miles. Ebbe in feudo da Pietro II le saline della terra e territorio di Castrogiovanni,
             che gli furono confermate da re Ludovico. Domiciliato a Castrogiovanni (Enna), nell’adoa
             del 1345 sarà tassato per 4 cavalli armati. Nel 1352 risulta già morto. Il possesso delle
             saline e i diritti dei centimoli di Castrogiovanni, perduti per le vicende della guerra,
             furono riottenuti dal figlio Pietro. A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-
             1390) cit., pp. 421 s.
                120  Miles (1343). H. Penet, Le Chartrier de S. Maria di Messina cit., p. 76.
                121  Nato alla fine del XIII secolo, nel 1312 ricevette dai tutori i beni, che erano stati
             loro affidati nel 1308, consistenti in vigne e case a Messina. H. Penet, Le Chartrier de S.
             Maria di Messina cit., doc. 87, pp. 323-326.


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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