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Un'isola di scomunicati: Sicilia, 1339                           241



                Dal 76° posto in poi troviamo nell’elenco i nomi di Matteo Serafino,
             Bartolomeo (Bartolo) Frisario  104 , Bartolomeo (Bartoluccio) Salimpipi 105 ,
             Giovanni Russello 106 . Ad essi segue ancora un gruppetto di domini: Pie-
             tro 107  e Cristoforo da Piscina de Itri, Simone (o Sion) de Laurenzio 108  (o
             Iudice  Roberto,  o  Notar  Roberto,  o  Domino  Roberto),  Matteo  de
             Mayda  109  e Giordano Filangeri 110 , i quali ultimi due nel 1338 avevano
             sottoscritto a Palermo la richiesta al papa per il riconoscimento del re.





             ha notizia che i suoi eredi e quelli di Giacomo Mustacio avevano posseduto un feudo cia-
             scuno appartenuto a Simone de domino Roberto (o de Laurencio). E. Pispisa, Messina nel
             Trecento. Politica economia società cit, p. 177; H. Bresc, Le gouvernement de l’étranger: ari-
             stocrates et marchands ‘experts’ à la cour de Sicile (1296-1355) cit., p. 191; L. Sciascia (a
             cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 6 (Registri di lettere 1321-22 e 1335-36) cit., doc.
             207, pp. 335 s.; A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., p. 409.
                104  Nel 1351 sarà inviato da Matteo Palizzi a Catania per trattare la pace. Cfr. E.
             Pispisa, Messina nel Trecento. Politica economia società cit, Messina 1980, p. 204.
                105  Nel 1315 partecipò con i famigliari alla concessione in enfiteusi a Messina di una
             vigna nella fiumara di San Michele. Nel 1323 ebbe una controversia con la società dei
             Peruzzi dinanzi alla Gran Corte dei maestri razionali. Maestro portulano di Messina
             (1332 e 1337-1341). Giudice cittadino. Godette di una concessione, che vendette nel
             1338, sui censi della secrezia di Messina, per la quale era tenuto al servizio militare di
             un cavallo armato e mezzo, e di diritti sul pontile del caricatore di Agrigento, che furono
             fatti sequestrare da un creditore. Domiciliato a Messina, per altre concessioni feudali
             corrisponderà un cavallo armato (1342, 1345). B. Pasciuta, I notai a Palermo nel 14.
             secolo: uno studio prosopografico cit., n. 140, p. 186; H. Penet, Le Chartrier de S. Maria
             di Messina cit., doc. 92, p. 341; E. I. Mineo, Nobiltà di stato. Famiglie e identità aristocra-
             tiche nel tardo medioevo. La Sicilia, Roma 2001, p. 191; H. Bresc, Le gouvernement de
             l’étranger: aristocrates et marchands ‘experts’ à la cour de Sicile (1296-1355) cit., p. 200;
             A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., p. 375; Id., I titolari degli
             uffici centrali del Regno di Sicilia dal 1282 al 1390 cit., p. 341.
                106  Attestato nel 1320. B. Pasciuta, I notai a Palermo nel 14. secolo: uno studio proso-
             pografico cit., n. 343, p. 285.
                107  Miles. Giustiziere del Val d’Agrigento nel 1332-33. P. Collura, Le più antiche carte
             dell’Archivio Capitolare di Agrigento, Palermo 1961, regg. 78, 78a, p. 277; P. Sardina, Il
             labirinto della memoria: clan familiari, potere regio e amministrazione cittadina ad Agri-
             gento tra Duecento e Quattrocento cit., pp. 208, 489.
                108  Figlio di Roberto. Nel 1336 fu inviato al re come sindaco di Palermo. Ebbe da Pietro
             II la gabella dell’arrenteria di Palermo (1337). Sarà luogotenente del maestro giustiziere
             nel 1349-51. Sarà in lite con Pietro Stagno e Giacomo Mustaccio (1349). A. Marrone,
             Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., p. 220.
                109  Benché si ricordi un Pietro Lopez de Mayola, barcellonese, con beni feudali a
             Librizzi (Id., Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., p. 263), si tratta del miles
             Matteo de Mayda. Cfr. Palermo, Archivio di Stato, Tabulario di S. Martino delle Scale,
             perg. 57 (28 settembre 1328); M. Moscone, Un modello di documento semipubblico nella
             Sicilia tardomedievale: la designatio syndicorum di Palermo e Messina per l’ambasceria
             del 1338 a Benedetto XII cit., p. 515.
                110  Nobile, miles, dominus. Figlio di Guido (pretore di Palermo nel 1316-17 e nel 1328-
             29), al quale succedette nei feudi (1337). Nel 1340 sarà giustiziere del Val di Mazara.
             Domiciliato a Palermo, nel 1345 fu tassato per un cavallo armato. Ancora vivo nel 1345,
             era già morto nel 1349. B. Pasciuta, I notai a Palermo nel 14. secolo: uno studio prosopo-


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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