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           tadina , e i fratelli Matteo (Theo) e Bartolomeo Falcone 100 . Precede l’Al-
           dobrandini un gruppetto di tre domini: Tommaso (Masino) de Michele, il
           quale nel 1338 aveva testimoniato a Palermo nella procura per il ricono-
                         101
                                                                             103
           scimento del re , Angelo Saccano 102  e Pietro Stagno (Cestany o Estany) .
              98  Cittadino palermitano. Mercante, attivo a Palermo nel mercato dei panni di lana
           (1323-1332) e nel commercio del frumento (1329). Accusato di omicidio, nel 1332 rinun-
           ciò al privilegio della cittadinanza e accettò di essere giudicato dalla Magna Curia. Nel
           1339 finì in carcere per insolvenza, per una procedura promossa dalla Compagnia dei
           Bardi. Dopo un anno di detenzione, l’universitas palermitana nel 1340 ne chiederà la
           liberazione, per i privilegi della città. I. Peri, La Sicilia dopo il Vespro. Uomini, città e cam-
           pagne, 1282-1376 cit., pp. 114 s., 129, 135, 165; P. Corrao (a cura di), Acta Curie felicis
           urbis Panormi, 5 (Registri di lettere ed atti 1328-1333) cit., doc. 155, pp. 266 s.; L. Sciascia
           (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 7 (Registri di lettere 1340-48) cit., doc. 49; B.
           Pasciuta, I notai a Palermo nel 14. secolo: uno studio prosopografico cit., n. 274, p. 258;
           Sardina, Palermo e i Chiaromonte, p. 208; M. Moscone, Un modello di documento semi-
           pubblico nella Sicilia tardomedievale: la designatio syndicorum di Palermo e Messina per
           l’ambasceria del 1338 a Benedetto XII cit., p. 515.
              99  Cittadino di Palermo, mercante, Matteo Falcone è attestato nel 1324. Nel 1326-27
           è rationalis dell’universitas di Palermo. Nel 1327-28 è tenuto quale fideiussore in una
           causa dinanzi alla Magna Curia. Con Oberto Aldobrandini ed altri è uno degli arbitri in
           una controversia ereditaria (1329). Nel 1332 caricò sulla sua cocca 800 salme di fru-
           mento. Nel 1340 avrà una causa relativa ad un mutuo concesso agli Incisa. I. Peri, La
           Sicilia dopo il Vespro. Uomini, città e campagne, 1282-1376 cit., p. 110; M.R. Lo Forte
           Scirpo (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 4 (Registro di lettere 1327-1328) cit.,
           docc. 3, 50, pp. 8, 80; P. Corrao (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 5 (Registri
           di lettere ed atti 1328-1333) cit., doc. 134, p. 233; L. Sciascia (a cura di), Acta Curie felicis
           urbis Panormi, 7 (Registri di lettere 1340-48) cit., doc. 35, pp. 48-52; B. Pasciuta, I notai
           a Palermo nel 14. secolo: uno studio prosopografico cit., nn. 443, 454, pp. 334, 340.
              100  Cittadino di Palermo, notaio. Nel 1340 sarà procuratore del fratello Matteo in una
           causa per mutuo concesso agli Incisa. Nel 1349 subirà un sequestro dei beni. L. Sciascia
           (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 7 (Registri di lettere 1340-48) cit., doc. 35,
           pp. 48-52; C. Bilello - A. Massa (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 8 (Registro
           di lettere 1348-49 e 1350) cit., doc. 249, p. 321.
              101  Miles. Possibile discendente dell’omonimo, i cui creditori pro male ablato nel 1338
           furono soddisfatti, secondo le disposizioni del defunto, in una riunione nella chiesa mag-
           giore di Castrogiovanni. Ebbe in feudo (1336) il casale di Chabica, che gli fu conteso.
           Sarà pretore di Palermo nel 1346-47 e sarà coinvolto nelle vicende della rivolta palermi-
           tana del 1348. Fu ricordato da Matteo Sclafani nel suo testamento (1354). Morì prima
           della fine del 1355. C. Ardizzone, I Diplomi esistenti nella Biblioteca comunale ai Bene-
           dettini cit., doc. 264, p. 142; C. Bilello - A. Massa (a cura di), Acta Curie felicis urbis
           Panormi, 8 (Registro di lettere 1348-49 e 1350) cit., doc. 250, pp. 322 s.; C. Bilello, F.
           Bonanno, A. Massa (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 9 (Registro di lettere 1350-
           1351) cit., doc. 49, pp. 63-65; P. Sardina, Palermo e i Chiaromonte: splendore e tramonto
           di una signoria. Potere nobiliare, ceti dirigenti e società tra XIV e XV secolo cit. p. 124, 128
           s., 458; M.A. Russo, I testamenti di Matteo Sclafani, 5, p.562, 564; M. Moscone, Un
           modello di documento semipubblico nella Sicilia tardomedievale: la designatio syndicorum
           di Palermo e Messina per l’ambasceria del 1338 a Benedetto XII cit., p. 515.
              102  Dominus, miles di Messina. Sarà testimone in un atto del 1360. Ebbe i casali di Santo
           Stefano di Brica e la torre del Giglio, posta tra le fiumare di Santo Stefano (1365). Fino al
           1374 è attestato. A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., p. 373.
              103  Magister, catalano, scriba quietacionis gentis regie (1326). Nel 1311 fu inviato da
           Federico III a Giacomo II. Nel 1342 sarà preso di mira dai rivoltosi di Messina. Nel 1349 si



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018       n.43
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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