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248 Orazio Cancila
sipò presto i propri beni e anche quelli dotali della moglie, riducendosi
in povertà e fortemente indebitato. Nel 1595 avvenne una prima resti-
tuzione della dote, che fu completata nel 1613, quando Fabio, ormai
vecchio e infermo, assegnò alla moglie una rendita di onze 14.18 per
un capitale di onze 146 a carico di abitanti di Castelbuono, la bottega
nella piazza di Castelbuono detta la banca, ereditata dal padre (lo stu-
dio del notaio Pietro Paolo), e altri beni a Cefalù ereditati dalla defunta
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zia Barbara Arcabaxio .
Il secondogenito Ottavio (1556-1606), giudice della corte marchio-
nale nel 1594, 1600, 1601, 1602 e 1606, mastro notaio dell’Università
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nel 1595-97 nonché suo avvocato , quasi certamente aveva conseguito
la laurea in utroque iure nell’Università di Catania. Secondo la testimo-
nianza del figlio Baldassare, si formò alla scuola dello zio (eius avun-
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culus), il noto giureconsulto Pietro Andrea Grimaldi (†1591) , maestro
razionale del Tribunale del Real Patrimonio e infine giudice della Regia
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Gran Corte , nonché consulente e finanziatore del marchese di Geraci
Giovanni III Ventimiglia. Sarà pure vero che Ottavio in gioventù avesse
svolto pratica legale nella Regia Gran Corte sotto la guida di Grimaldi,
ma mi lascia molto perplesso il rapporto di parentela testimoniato da
Baldassare, che non trova alcun altro riscontro nella documentazione.
Baldassare attribuisce al padre alcuni scritti giuridici lasciati mano-
scritti, come manoscritta rimase la Storia di Castelbuono (Tradado de
Castelbono y sus principes, la chiamava il marchese di Geraci in un
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suo memoriale al sovrano del 1660) , continuata poi dallo stesso Bal-
dassare, che non vide mai la luce e fu dispersa tra Otto e Novecento
assieme all’archivio della famiglia Ventimiglia, dove era conservata; oggi
ne resta soltanto la memoria e se ne ignora completamente il conte-
nuto. Non abbiamo la controprova, ma sono convinto che più che di
7 Atto di restituzione della dote in notaio Salvatore Sanfilippo di Cefalù, 25 novembre
1613, copia nel registro di atti della Cappella del Sacramento di Castelbuono, presso
l’Archivio Parrocchiale di Castelbuono, vol. 205, cc. 183 sgg.
8 Nel 1596-97, il salario annuo di onze 8 gli doveva essere corrisposto direttamente
dal gabelloto della carne Antonio De Almerico (Asti, notaio Vittorio Mazza, b. 2363,
ottobre 1596, cc. 8r-v).
9 B. Abruzzo, Lectura practicabilis, Panormi, 1644, p. 292.
10 Cfr. T. Davies, Famiglie feudali siciliane. Patrimoni redditi investimenti, Sciascia,
Caltanissetta-Roma, 1985, pp. 29-31.
11 Memorial genealogico de don Iuan de Ventimilla y Nortman, conde de Ventimilla,
vigesimo quinto conde, y undecimo marques de Irachi, y primero de todos de los reyno de
Sicilia, quarto principe de Castelbono y tercero de la Escaleta. Baron de las dos Tusas, S.
Mauro, Polina, Guidomandro, Nisoria, Rapisi, Gaureri, Casteluzo y Forestas de Traina ...
que presenta al rey n. señor don Iuan de Ventimilla y Aragon su hermano, Madrid, 1660,
c. 18v, n. 34.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018 n.43
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)