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Una famiglia di professionisti nella Sicilia del Cinque-Seicento 251
Dal 1594, l’uid Ottavio, ormai giudice del marchesato, carica che
alternava con quella di avvocato dell’Università, visse stabilmente a
Castelbuono e in giugno acquistò un’altra casa solerata confinante
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con la sua abitazione . Ma la nascita di altri figli rendeva insuffi-
ciente l’abitazione e perciò nel 1597 Ottavio assunse in affitto dai figli
del defunto medico Scipione Granozzo una grande casa con giardino
nel quartiere Vallone. La locazione per un canone molto pesante era
valida per la sola annata 1597-98, ma nel luglio 1599 Ottavio ne era
ancora locatario e negli anni successivi la acquistò con patto di ricom-
pra, che ancora nel 1665, alla morte di Baldassare, non era stato
esercitato dagli eredi del dr. Granozzo. Contemporaneamente, attra-
verso il cugino Ippolito Sangallo, acquistava numerose partite di seta
grezza, con anticipazione di denaro ai produttori e consegna al rac-
colto al prezzo della meta.
Alla sua morte nel 1606 22 egli lasciò agli eredi un patrimonio rag-
guardevole, costituito non tanto da immobili quanto essenzialmente da
rendite, che solo parzialmente aveva ereditato dal padre Pietro Paolo,
perché la parte più consistente era frutto delle sue attività. Dopo la
restituzione della dote alla vedova Altadonna, i suoi figli nel 1607 rive-
lavano infatti un patrimonio netto di 2238 onze, mentre Altadonna, per
suo conto, rivelava beni per altre onze 1733. In tutto, la famiglia
Abruzzo possedeva un patrimonio netto di onze 3971, che la collocava
al secondo posto per ricchezza complessiva a Castelbuono. I figli rive-
lavano due case confinanti nel quartiere Piazza dentro: «casa solerata
in otto corpi con suo baglio… confinanti cum la casa di Virgilio Alteri
et di un’altra casa chi li ditti heredi have in comuni cum Fabbio di
Abruzzo [loro zio] di prezzo di unzi cento»; «altra casa solerata in cinco
corpi… confinanti con la casa sudetta et con la casa di Andria Flodiola
et via puplica, la quali tenino in comuni con Fabbio di Abruzzo di
Cefalù di prezzo di unci sessanta, chi ad essi heredi ci ni tocca unci
trenta». Quest’ultima era l’abitazione del defunto nonno Pietro Paolo
Abruzzo, che Ottavio, alla sua morte, aveva ancora in comune con il
fratello notaio Fabio. Rivelavano ancora un castagneto a Sant’Ippolito,
rendite (onze 1436, di cui onze 1267 in contestazione), oro e argento
21 Asti, notaio Vittorio Mazza, b. 2362, 13 giugno 1594.
22 Testamento in Asti, notaio Gian Giacomo Russo, b. 2299, 5 agosto 1606, cc. 215r-
217v. L’uid Ottavio Abruzzo veniva sepolto nella chiesa di San Francesco, dove sin dal
1592 aveva ottenuto dai frati, in considerazione del patrocinio da lui prestato al convento
in più occasioni, «locum unum in medio ecclesie dicti conventus subtus maiorem
crucifixum pro sepultura ad libitum dicti Ottavij seu suorum filiorum, heredum,
liberorum, posterum et successorum» in perpetuo (Asti, notaio Vittorio Mazza, b. 2361,
14 dicembre 1592, cc. 138r-v).
n.43 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)