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530 Luigi Robuschi
Il dato è confermato da una notizia più tarda, fornita dal primo rap-
presentante veneziano a Malta, il cavaliere Massimiliano Buzzaccarini
Gonzaga che, nella seconda metà del XVIII secolo, scriveva come la
Religione di Malta approvvigionasse l’isola «a denaro contante con nol-
leggiare bastimenti veneti o d’altra nazione, secondo l’incontro per tra-
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sportarle» .
Il quadro è completato da un’altra preziosa informazione, riportata
ancora una volta dal Buzzaccarini Gonzaga in una sua lettera alla magi-
stratura veneziana dei Cinque Savi alla Mercanzia, che gli chiedevano
quale tipo di commercio la Serenissima avrebbe potuto intrattenere con
Malta. Ebbene, secondo il rappresentante veneziano, molti maltesi
con proprij bastimenti ritragono effetti da Venezia; cioè di legnami, ferramenti,
rami, cera, carta, spechi, lastre e altro con il cambio di prodotti della Sicilia e
in particolare delle ceneri, non potendo quest’isola dare proprio prodotto. Que-
sto comercio viene continuamente praticato, e in effetto di presente più basti-
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menti si dispongono per tali viaggi .
L’incrocio di questi dati consente di ritenere che, dovendo il ricevitore
caricare a Venezia le merci richieste dai Procuratori e i proventi delle
commende sulle navi disponibili in porto, si rivolgesse in particolare a
quelle maltesi che trafficavano tra la Sicilia e Venezia. Alle ovvie ragioni
di comodità si aggiungevano le favorevoli condizioni godute alla dogana
dell’isola. Per i cittadini maltesi e i sudditi del re di Sicilia, che godevano
degli stessi privilegi in quanto regnicoli, i dazi erano fissati al 3 1/3 per
cento, mentre tutti gli altri pagavano il 6 1/3 per cento . A dissuadere
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ulteriormente i commercianti veneziani dal recarsi a Malta vi era poi il
fatto che mancasse un rappresentante che li tutelasse. Infatti i consoli
erano nominati dal Gran Maestro, il quale favoriva i propri sudditi, che
spesso cumulavano più rappresentanze contemporaneamente e non
fornivano garanzie di sorta . Fu solo quando l’isola divenne interes-
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sante da un punto di vista strategico che i Cinque Savi alla Mercanzia
33 V. Mallia-Milanes, In the Service of the Venetian Republic: Massimiliano Buzzaccarini
Gonzaga’s Letters from Malta to Venice’s Magistracy of Trade, 1754-1776, PEG, Malta
2008, p. 281.
34 ibid.
35 «La dogana è qui regolata su lo stesso piede che in Sicilia, cioè a 3 1/3 per cento
per li nazionali, e 6 1/3 per cento per li forestieri; né mai si fece alcuna distinzione sulle
importazioni di generi ordinarij o non originarij, con nazionali o estere bandiere; tutte le
mercanzie pagano ugualmente l’istessa dogana, né qui vi è altro dazio» (ivi, p. 284).
36 La perplessità dei veneziani a intraprendere iniziative personali di commercio con
Malta era giustificata da un precedente piuttosto preoccupante. La nave veneziana Nuova
Giuditta «had fallen prey to French corsairs at a distance of only one mile off the shores
of the Island of Malta; notwithstanding, the Venetian consul in Malta disavowe all
responsibility for assisting these despoiled Venetian sailors. This fact is a clear indication
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)