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Robuschi (saggi)_4  14/12/18  09:31  Pagina 530






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                    Il dato è confermato da una notizia più tarda, fornita dal primo rap-
                 presentante veneziano a Malta, il cavaliere Massimiliano Buzzaccarini
                 Gonzaga che, nella seconda metà del XVIII secolo, scriveva come la
                 Religione di Malta approvvigionasse l’isola «a denaro contante con nol-
                 leggiare bastimenti veneti o d’altra nazione, secondo l’incontro per tra-
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                 sportarle» .
                    Il quadro è completato da un’altra preziosa informazione, riportata
                 ancora una volta dal Buzzaccarini Gonzaga in una sua lettera alla magi-
                 stratura veneziana dei Cinque Savi alla Mercanzia, che gli chiedevano
                 quale tipo di commercio la Serenissima avrebbe potuto intrattenere con
                 Malta. Ebbene, secondo il rappresentante veneziano, molti maltesi

                 con proprij bastimenti ritragono effetti da Venezia; cioè di legnami, ferramenti,
                 rami, cera, carta, spechi, lastre e altro con il cambio di prodotti della Sicilia e
                 in particolare delle ceneri, non potendo quest’isola dare proprio prodotto. Que-
                 sto comercio viene continuamente praticato, e in effetto di presente più basti-
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                 menti si dispongono per tali viaggi .

                    L’incrocio di questi dati consente di ritenere che, dovendo il ricevitore
                 caricare a Venezia le merci richieste dai Procuratori e i proventi delle
                 commende sulle navi disponibili in porto, si rivolgesse in particolare a
                 quelle maltesi che trafficavano tra la Sicilia e Venezia. Alle ovvie ragioni
                 di comodità si aggiungevano le favorevoli condizioni godute alla dogana
                 dell’isola. Per i cittadini maltesi e i sudditi del re di Sicilia, che godevano
                 degli stessi privilegi in quanto regnicoli, i dazi erano fissati al 3 1/3 per
                 cento, mentre tutti gli altri pagavano il 6 1/3 per cento . A dissuadere
                                                                      35
                 ulteriormente i commercianti veneziani dal recarsi a Malta vi era poi il
                 fatto che mancasse un rappresentante che li tutelasse. Infatti i consoli
                 erano nominati dal Gran Maestro, il quale favoriva i propri sudditi, che
                 spesso cumulavano più rappresentanze contemporaneamente e non
                 fornivano garanzie di sorta . Fu solo quando l’isola divenne interes-
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                 sante da un punto di vista strategico che i Cinque Savi alla Mercanzia


                    33  V. Mallia-Milanes, In the Service of the Venetian Republic: Massimiliano Buzzaccarini
                 Gonzaga’s Letters from Malta to Venice’s Magistracy of Trade, 1754-1776, PEG, Malta
                 2008, p. 281.
                    34  ibid.
                    35  «La dogana è qui regolata su lo stesso piede che in Sicilia, cioè a 3 1/3 per cento
                 per li nazionali, e 6 1/3 per cento per li forestieri; né mai si fece alcuna distinzione sulle
                 importazioni di generi ordinarij o non originarij, con nazionali o estere bandiere; tutte le
                 mercanzie pagano ugualmente l’istessa dogana, né qui vi è altro dazio» (ivi, p. 284).
                    36  La perplessità dei veneziani a intraprendere iniziative personali di commercio con
                 Malta era giustificata da un precedente piuttosto preoccupante. La nave veneziana Nuova
                 Giuditta «had fallen prey to French corsairs at a distance of only one mile off the shores
                 of  the  Island  of  Malta;  notwithstanding,  the  Venetian  consul  in  Malta  disavowe  all
                 responsibility for assisting these despoiled Venetian sailors. This fact is a clear indication


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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