Page 146 - 1
P. 146

Sabbatini (saggi)_5  14/12/18  09:32  Pagina 558






                 558                                                    Renzo Sabbatini


                 loniero capo della Republica fu dato publicamente un tal titolo nelle udienze
                 alli cavalieri venuti più volte a complire con gl’Eccellentissimi Signori. Onde
                 non vediamo come possa con tutta verità asserirsi che un tal titolo non siasi
                 praticato se non da persone particolari senza alcuna notizia o consenso del
                 governo, parendo perciò a noi che un tasto sì geloso non vada toccato punto,
                                                                      49
                 o almeno accennato solo sub nuce con gran cirscospezzione .
                    Come si vede, è solo quando viene messo alle strette, a distanza di
                 un anno, che il vertice della Repubblica prende coscienza dell’azzardo
                 politico consumato nell’estate 1722 – pur tra accese discussioni, taci-
                 tate solo dal riferimento alla fede cattolica del Pretendente e in nome
                       50
                 di Dio . Il memoriale delle Differenze presentava un elenco (un po’
                 burocratico) di precedenti giustificativi, tra i quali l’attenzione a non
                 rispondere in scritto alla lettera di partecipazione inviata da Giacomo
                 in occasione della nascita del primogenito, episodio inopportuno da rie-
                 vocare, a giudizio dei sei, perché poteva dare «motivo al signor inviato
                 di rimproverarci di nuovo, che la Republica non si è regolata nel caso
                 presente con quella prudenza che ha dimostrata in altre congiunture,
                 havendo dopoi variato massime, e dato nell’occhio al mondo con passi
                 troppo avanzati». Semmai la nuova relazione suggerisce di ricordare le
                 accoglienze riservate da Lucca alla principessa vedova di Carignano e
                 al principe suo figlio, al principe di Modena, alla principessa Violante,
                 facendo notare la differenza con quanto avevano praticato col re di
                 Danimarca. Ma la carta più significativa si propone di giocarla per con-
                 quistare definitivamente alla causa l’inviato Molesworth: il «passo fatto
                 dalla Republica di rimuovere dal suo posto il commissario del Bagno
                 alla notizia havuta che havesse tentato di fare al medesimo qualche
                 ricerca disdicevole al suo carattere». Il riferimento è al diverbio sulle
                 armi personali (al quale si è fatto cenno): niente di particolarmente
                 grave, ma in questo momento fa gioco ai governanti utilizzare il troppo
                 scrupoloso  commissario  come  capro  espiatorio.  Certamente  –  si
                 osserva nella relazione – il diplomatico inglese avrà già avuta la notizia,
                 ma il ripetergliela in questa lettera

                 partorirà due ottimi effetti: il primo di raddolcire l’animo dell’inviato, che ne
                 fece gran doglianze, e forse da tal puntura prese il motivo di risvegliare doppo
                 un anno la presente querela; l’altro di far conoscere a Londra l’attenzione e
                 stima della Republica verso un ministro del Re Giorgio […] E tutto insieme con-
                 tribuirà (come ci giova di sperare) a rimetter la Republica nella buona grazia





                    49  Ibidem, p. 530.
                    50  Vedi Sabbatini, Una Repubblica tra due re. La visita a Lucca del pretendente Stuart
                 cit., in particolare le pp. 112-113.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   141   142   143   144   145   146   147   148   149   150   151