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Una repubblica tra due re: la Declaration di Giacomo Stuart 555
Il De’ Nobili, in quel momento a Castiglione come commissario,
viene dunque convocato per giustificare il mancato avviso alle autorità
dei termini del colloquio con l’inviato inglese; ma poi ritorna nella Vica-
ria montana prima di averne ricevuto il permesso. Si apre, allora, all’in-
terno del Consiglio una di quelle schermaglie che sembrano più
funzionali alla lotta politica tra le varie fazioni aristocratiche cittadine,
non formalizzate e impossibili da riscostruire sulla base dei verbali,
piuttosto che all’accertamento della fattispecie del problema in discus-
sione. In questo caso, qualche senatore chiede con insistenza perché
il De’ Nobili aveva taciuto riguardo al diverbio del Molesworth col com-
missario, che gli avrebbe chiesto di depositare le armi. E soprattutto
chi l’aveva consigliato a tacere, finché non viene fuori il nome del per-
sonaggio che si voleva mettere in imbarazzo, niente meno che Alessan-
dro Buonvisi, uno dei massimi esponenti dell’aristocrazia lucchese.
Chiamato in causa il Buonvisi interviene ufficialmente “alla ringhiera”
dicendo «che haveva consigliato… De Nobili a non entrare in questi
discorsi con detto signor inviato, né d’impegnarsi a portar qui le sue
doglianze, ma che l’haveva insinuato a partecipar qui i propositi tenuti
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con il medesimo inviato» .
Di questo aspetto marginale non si parlerà più e l’autorevolezza del
Buonvisi non risulta minimamente sminuita, se anzi viene inserito
nella deputazione di sei cittadini che devono prendere in esame la mis-
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siva di John Molesworth . Da Torino, dove è nel frattempo rientrato,
l’inviato ha scritto all’Orsucci, che rimane il suo interlocutore, una
puntuale (e puntigliosa, ma anche benevola) lettera in francese , che
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l’ambasciatore a Firenze spedisce ai propri governanti sia in originale
che nella traduzione italiana .
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È un documento costruito con grandissima abilità, che si apre chia-
rendo il senso della sua interlocuzione con Niccolini ed esprimendo
subito un giudizio sul comportamento della Repubblica nei confronti
del Pretendente, non all’altezza della prudenza per cui va famosa:
42 Consiglio 408, 27 agosto 1723, pp. 500-501.
43 Consiglio 408, 17 settembre 1723, pp. 518-519.
44 Come contributo all’approfondimento della tutt’altro che banale figura di John
Molesworth, che ancora merita indagini, riproduco in appendice le tre missive nella loro
stesura originale francese (vedi Appendice B).
45 Differenze 382, Lettera di Molesworth, Torino 1 settembre 1723. Nel testo utilizzo
la traduzione fatta approntare da Orsucci (o redatta da lui stesso). Forse si perde qualche
sfumatura rispetto all’originale, ma occorre considerare che le riflessioni degli organi di
governo avvengono essenzialmente tenendo conto del testo in italiano.
n.44 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)