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554 Renzo Sabbatini
nella seduta di due giorni dopo chiede con insistenza di sapere come
stanno procedendo le indagini, ottenendo dal Gonfaloniere (che presiede
i lavori dell’assemblea) l’assicurazione che il Magistrato «stava prose-
guendo le sue diligenze, e che le conveniva operare con circospezione,
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per non render publico ciò, che può ottenersi con segretezza e cautela» .
La bozza della relazione da presentare al Consiglio viene approntata
il 16 agosto e letta in seduta segreta il giorno successivo:
con quella circospezione e cautela che richiedeva la qualità dell’affare […]
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siamo dunque venuti in cognizione tanto dagli avvisi di buona mano , quanto
da altre persone in voce, che il signor Inviato d’Inghilterra tenne discorso i detto
luogo de’ Bagni con il signor marchese Tomaso Ghilini d’Alessandria […] Hab-
biamo risaputo ancora che tali discorsi detto signor inviato habbia tenuti con
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lo spettabile Domenico Francesco de’ Nobili .
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Non potendo agire nei confronti del cavaliere forestiero , e limitan-
dosi a segnalare la presenza ai Bagni in quel periodo di un pastore
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inglese , nel mirino del Magistrato entra il nobile lucchese:
veramente saria stato desiderabile che il medesimo ne havesse avanzato
qui subito la notizia per poter rimediare e provedere oportunamente et in tempo
a quanto poteva richiedere il servizio pubblico, raccogliendosi dalla qualità de’
discorsi tenuti seco le circostanze appunto che si accennano nella lettera del
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signor ambasciatore Orsucci .
36 Consiglio 408, Riformagioni segrete 1722-1723, 13 agosto 1723, pp. 494-495.
37 L’informativa, senza data e senza firma, potrebbe essere di mano dello stesso com-
missario dei Bagni per la formale clausola di saluto. I Segretari la riportano pressoché
testualmente nella loro relazione: «Il signor Inviato d’Inghilterra nella sua permanenza
che fece alli Bagni tenne discorso con il signor marchese Tomaso Ghilini d’Allessandria
sopra il trattamento stato fatto nell’anno passato al re d’Inghilterra, esagerandoli con
sentimento che l’avessero trattato da re e riconosciutolo per tale tanto per i regali fattoli,
quanto per averli cavato trattenitori, in conclusione averli fatto trattamento regio. Non
mancò l’istesso signor marchese render capace detto signor inviato che le republiche
sono solite far cortesie a tutti i Prencipi, e che per conseguenza averanno fatto l’istesso
al detto come d’una casa grande, che però non doveva ciò ammirarsi, che poi alla fine
non l’avevano ricevuto con il tiro del cannone, onore solito farsi alle teste coronate, e che
le Republiche sono solite onorar ogni Principe. Con tutto ciò non restò [Molesworth]
troppo persuaso, anzi aggiunse che in Inghilterra tal cosa era stata mal sentita dal suo
sovrano, e che per l’avvenire sarebbe forse stato prohibito l’oglio di Lucca. Tali discorsi
credo l’abbia tenuti ancora con il signor Domenico Francesco De’ Nobili» (Segretari 109).
38 Segretari 109, Bozza di relazione, 16 agosto 1723.
39 Sul personaggio, vedi P. Bianchi, Ghilini, Tommaso Ottaviano Antonio, marchese di
Maranzana, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 53, 2000).
40 «Habbiamo pure penetrato che, ritrovandosi a detti Bagni un predicante inglese
contrario al partito del re Giacomo possa havere infiammato il signor inviato a fare tali
remostranze, benché forse dalla corte d’Inghiltera non ne habbia havuto ordine positivo»
(Segretari 109, Bozza di relazione, 16 agosto 1723).
41 Ibidem.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)