Page 167 - mediterranea 45
P. 167

Bono (fonti)_7  19/04/19  17:31  Pagina 164






                 164                                                     Salvatore Bono


                 sione consapevole. La storia – da collocarsi fra gli anni Sessanta e Set-
                 tanta del secolo XVII – era andata così: il sieur Taulignan, provenzale
                 di La Ciotat, fratello del console francese a Zante – mentre era in navi-
                 gazione verso quell’isola greca con la piccola nipote da consegnare ai
                 genitori – incappò presso Cagliari in un agguato corsaro; per la resti-
                 tuzione della fanciulla non si volle accogliere nessuna proposta e non
                 molto tempo dopo fu data in sposa al giovane Solimano da cui ebbe
                 presto un figlio (cap. XIV, pp. 282-288).
                    Nello stesso capitolo leggiamo di una vicenda ancor più tortuosa, non
                 facile da riassumere, svoltasi fra Candia ancora veneziana, la Sicilia e
                 Tripoli, fra assalti corsari, fughe e naufragi: una giovane donna, sorella
                 di un don Julio di Maiorca, finì anche essa sposa di un musulmano,
                 Mustafa figlio di un bey di Tripoli (pp. 288-294). Un altro rinnegato, ripa-
                 rato volontariamente a Tripoli, il piemontese Giovanni Battista Ferrari,
                 marchese di Cavour, è ricordato dal Quartier, ma sembra più credibile
                 ciò che ne riferisce la Histoire chronologique, ed è già stato reso noto; qual-
                 che cenno è fatto anche al celebre don Filippo, il principe tunisino, con-
                 vertitosi al cristianesimo  ma poi tornato alla fede natale (pp. 228-232).
                    L’utilizzo di relazioni di schiavitù come fonti storiche relative al paese
                 e alla società in cui l’autore ha trascorso un certo periodo di tempo si
                 potrebbe peraltro analogamente estendere a molte altre simili memorie,
                 sinora prioritariamente e in molti casi esclusivamente utilizzate come
                 fonti biografiche sulla vicenda di ciascun autore. Altri testi sono stati
                 specialmente esaminati e valutati dal punto di vista stilistico e lettera-
                 rio, in rapporto alla tipologia del ‘racconto di schiavitù’, in gran parte
                 dedicato a riferire, con molti topos comuni, sul protratto itinerario della
                 negoziazione e del pagamento del riscatto sino al viaggio di ritorno.
                    Allo ‘schiavo religioso’, come Quartier ha voluto definirsi, piacque
                 certamente farsi raccontare storie e raccontarle poi ai suoi lettori; da
                 accogliere dunque pienamente la positiva conclusione di Guy Turbet
                 Delof: padre Quartier non sembra aver bisogno di fare neanche un pic-
                 colo sforzo di immaginazione, «le cotidien, sous le ciel d’Afrique – e noi
                 potremmo ampliare il riferimento parlando di cieli del mondo mediter-
                 raneo – foisonne de romans touts faits. Ne faut que les cueillir. Tout le
                 mérite est de s’en aviser».



                 Nota bibliografica

                    Il testo L’esclave religieux, et ses avantures, Paris, chez Daniel Hor-
                 temels, M.DC.XC., appare anonimo sul frontespizio. La dedica alla
                 Marquise de l’Hopital, cioè Marie-Charlotte de La Romilley Chesnelaye,
                 moglie di Guillaume François Antoine (1661-1704), e tutte le pagine
                 che precedono il testo di Quartier, non sono numerate (n.n.) ; la dedica


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019      n.45
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   162   163   164   165   166   167   168   169   170   171   172