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sione consapevole. La storia – da collocarsi fra gli anni Sessanta e Set-
tanta del secolo XVII – era andata così: il sieur Taulignan, provenzale
di La Ciotat, fratello del console francese a Zante – mentre era in navi-
gazione verso quell’isola greca con la piccola nipote da consegnare ai
genitori – incappò presso Cagliari in un agguato corsaro; per la resti-
tuzione della fanciulla non si volle accogliere nessuna proposta e non
molto tempo dopo fu data in sposa al giovane Solimano da cui ebbe
presto un figlio (cap. XIV, pp. 282-288).
Nello stesso capitolo leggiamo di una vicenda ancor più tortuosa, non
facile da riassumere, svoltasi fra Candia ancora veneziana, la Sicilia e
Tripoli, fra assalti corsari, fughe e naufragi: una giovane donna, sorella
di un don Julio di Maiorca, finì anche essa sposa di un musulmano,
Mustafa figlio di un bey di Tripoli (pp. 288-294). Un altro rinnegato, ripa-
rato volontariamente a Tripoli, il piemontese Giovanni Battista Ferrari,
marchese di Cavour, è ricordato dal Quartier, ma sembra più credibile
ciò che ne riferisce la Histoire chronologique, ed è già stato reso noto; qual-
che cenno è fatto anche al celebre don Filippo, il principe tunisino, con-
vertitosi al cristianesimo ma poi tornato alla fede natale (pp. 228-232).
L’utilizzo di relazioni di schiavitù come fonti storiche relative al paese
e alla società in cui l’autore ha trascorso un certo periodo di tempo si
potrebbe peraltro analogamente estendere a molte altre simili memorie,
sinora prioritariamente e in molti casi esclusivamente utilizzate come
fonti biografiche sulla vicenda di ciascun autore. Altri testi sono stati
specialmente esaminati e valutati dal punto di vista stilistico e lettera-
rio, in rapporto alla tipologia del ‘racconto di schiavitù’, in gran parte
dedicato a riferire, con molti topos comuni, sul protratto itinerario della
negoziazione e del pagamento del riscatto sino al viaggio di ritorno.
Allo ‘schiavo religioso’, come Quartier ha voluto definirsi, piacque
certamente farsi raccontare storie e raccontarle poi ai suoi lettori; da
accogliere dunque pienamente la positiva conclusione di Guy Turbet
Delof: padre Quartier non sembra aver bisogno di fare neanche un pic-
colo sforzo di immaginazione, «le cotidien, sous le ciel d’Afrique – e noi
potremmo ampliare il riferimento parlando di cieli del mondo mediter-
raneo – foisonne de romans touts faits. Ne faut que les cueillir. Tout le
mérite est de s’en aviser».
Nota bibliografica
Il testo L’esclave religieux, et ses avantures, Paris, chez Daniel Hor-
temels, M.DC.XC., appare anonimo sul frontespizio. La dedica alla
Marquise de l’Hopital, cioè Marie-Charlotte de La Romilley Chesnelaye,
moglie di Guillaume François Antoine (1661-1704), e tutte le pagine
che precedono il testo di Quartier, non sono numerate (n.n.) ; la dedica
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)