Page 166 - mediterranea 45
P. 166
Bono (fonti)_7 19/04/19 17:31 Pagina 163
L’Esclave religieux di Antoine Quartier (Tripoli, 1660-1668), come fonte storica 163
sodio: il pascià Osman nel duplice intento – secondo le parole di
Quartier – di «témoigner son zèle envers le Prophète, et augmenter sa
cour de renegats», fece portare una ventina di giovani in una dimora
appartata dove si offrirono loro feste e gozzoviglie, li si lasciarono ubria-
care, li fecero vestire alla turca e poi tentarono di strappar loro la pro-
nuncia della formula per l’adesione all’islàm. Qualcuno acconsentì
facilmente ma la maggioranza si oppose con fermezza e suscitò allora
una rabbiosa reazione della quale quattro giovani cristiani restarono
ben presto vittime, mentre gli altri, prostrati e intimoriti si piegarono
alla volontà che veniva loro imposta (pp. 219-220).
Fra altre vicende menzionate da Quartier ne riferiamo ancora qual-
cuna, a cominciare da quella, molto avventurosa e romanzesca, al
punto di poter dubitare della sua veracità, almeno nei termini in cui il
buon Quartier la recepì e ce la racconta. Ne fu protagonista un ‘giovane
savoiardo (il nome non è detto), di Montmélian, antica fortezza nella
cosiddetta ‘gola’ della Savoia, che era stato catturato dai tripolini
insieme col nostro stesso autore. Il pascià Osman lo inviò ben presto
come omaggio al pascià d’Egitto e quì «on le fit renoncer à sa religion
par la riguer et l’artifice»; il nuovo fedele dell’islàm, chiamatosi Selim,
divenne piuttosto padrone della lingua e dei costumi del nuovo
ambiente e ricevette l’incarico di tesoriere del Serraglio. La sua storia si
complicò quando accolse un invito dalla «plus belle des sultanes» dell’-
harem’, di nome Astera, poi si pentì dell’abiura, o forse piuttosto si rese
conto che era meglio per lui lasciar presto l’Egitto. Come che fosse, si
rivolse a un fidato cristiano maronita e si fece condurre sino al convento
dei francescani di Gerusalemme, per confessare il suo pentimento e
riconciliarsi con la Chiesa. Qualche mese più tardi – non è chiaro come
sia riuscito a sottrarsi a ogni ricerca – si imbarcò ad Alessandria per
raggiungere Messina.
Nel Mediterraneo le storie possono complicarsi o l’ambiente si presta
a complicarle. La nave fu catturata da corsari, e di nuovo si trattò di
tripolini; a Tripoli il savoiardo trovò dunque vecchi amici, cristiani o rin-
negati o ‘turchi fini’, ma questi ultimi erano divenuti piuttosto rari nella
Tripoli di quegli anni, dove invece erano appunto numerosi i musulmani
di recente conversione. Molti intercedettero a suo favore presso il sul-
tano ed ottennero che fosse soltanto detenuto al Castello e destinato a
lavori gravosi e ripugnanti (pp. 261-263).
Nel caso di una bambina di dieci anni – riferito da Quartier nel
penultimo capitolo, forse una aggiunta successiva al testo iniziale del
volume – vi è da chiedersi, come sempre in questi casi, se si possa par-
lare di una abiura della fede cristiana e di una consapevole adesione a
quella musulmana, e non invece piuttosto della imposizione di una
volontà altrui a una persona non ancora pienamente capace di inten-
dere ciò che le veniva suggerito e di poter quindi prendere una deci-
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)