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708 Davy Marguerettaz
lamenta che la sua unica colpa è di aver agito senza consultare la
Santa Sede. Egli lascia aperta la porta a una conciliazione, dichia-
rando di aver dato i poteri al cardinale Joseph Fesch, suo zio materno,
per trattare e di essere pronto a prestarsi «à toutes les modifications
qui seront possibles» , anche se le parole di una successiva lettera al
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«cardinale zio» dimostrano eloquentemente che i limiti delle modifiche
che è pronto a concedere sono ben stretti . Essendo Consalvi troppo
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occupato, le trattative con Fesch sono affidate al cardinale Antonelli ,
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ma non si avranno risultati apprezzabili.
Ad aumentare il malumore dell’imperatore verso Roma si aggiunge
nello stesso periodo l’affare dell’annullamento del matrimonio di Giro-
lamo Bonaparte. Il fratello minore di Napoleone, imbarcato sulla flotta
francese di stanza nei Caraibi, aveva sposato la protestante Elizabeth
Patterson, figlia di un commerciante di Baltimora. Il Primo console,
che intendeva impiegare i familiari per i suoi disegni politici, aveva
imposto a Girolamo (nel frattempo tornato in Europa) di rompere il
legame stretto senza il suo previo consenso e chiesto al papa una bolla
che dichiarasse nulla l’unione . La questione è studiata in Curia ,
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ma si giunge alla conclusione che il matrimonio, celebrato da un sa-
cerdote cattolico, per quanto illecito dal punto di vista canonico, non
è invalido, e di conseguenza il papa non può scioglierlo . Si dice chia-
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ramente che «il non aderire è difetto non di volontà, ma di potestà» ,
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tuttavia ciò che a Roma è ritenuto un affare puramente religioso a
Parigi è percepito come un attacco politico: è un’anticipazione in pic-
colo del dramma che ci sarà in occasione del divorzio di Napoleone da
Giuseppina alcuni anni dopo.
Sono però le preoccupazioni politico-militari a passare rapidamente
in primo piano. Sono i mesi in cui si disegna sempre più nitida la Terza
coalizione e si profila la ripresa della guerra continentale. Anche se
ormai non è più il fronte principale, il controllo politico dell’Italia
7 Lettera di Napoleone a Pio VII, Pont-de-Briques, 19 agosto 1805, ivi, p. 588.
8 «je vous ai répondu relativement aux plaintes de la cour de Rome; c’est une affaire
de vanité et de formes, arrangez-la; bien entendu que je ne reviendrai pas sur les me-
sures que j’ai prises», lettera di Napoleone a Joseph Fesch, Pont-de-Briques, 27 agosto
1805, ivi, p. 630.
9 Cfr. dispaccio di Ercole Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 4 settembre
1805, Asrs, Aes, Pio VII, Francia, 1803-1807, pos. 99, fasc. 114, c. 7 r .
10 Cfr. lettera di Napoleone a Pio VII, Milano, 24 maggio 1805, N. Bonaparte, Corres-
pondance générale cit., v. 5, pp. 339-340.
11 Cfr. dispaccio di Ercole Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 20 luglio
1805, Asrs, Aes, Pio VII, Francia, 1803-1807, pos. 99, fasc. 114, c. 3 r ; dispaccio di Ercole
Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 31 luglio 1805, ivi, cc. 3 v -4 r .
12 Cfr. dispaccio di Ercole Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 7 agosto
1805, ivi, cc. 4 r-v .
13 Dispaccio di Ercole Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 9 settembre
1805, ivi, cc. 13 r-v .
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)