Page 199 - 1 rivista 53
P. 199
L’inizio della crisi fra Pio VII e Napoleone e la caduta di Consalvi (1805-1806) 713
rien aux apparences si l’on se conduit bien; autrement je réduirai le
Pape à être évêque de Rome» . Tale posizione sarà ulteriormente pre-
30
cisata nella successiva lettera al papa del 13 febbraio: «Votre Sainteté
aura pour moi, dans le temporel, les mêmes égards que je lui porte
pour le spirituel. […] Votre Sainteté est souveraine de Rome, mais j’en
suis l’empereur. Tous mes ennemis doivent être les siens» . Il teorema
31
imperiale del nuovo padrone d’Europa comporta che gli Stati non im-
mediatamente sotto il controllo di Parigi siano comunque limitati, de
facto e anche de iure, nella loro indipendenza politica, la quale può
essere completamente soppressa in caso di disobbedienza ai voleri del
nuovo Carlo Magno. Dalle parole si passa subito ai fatti e Fesch il 2
marzo consegna una nota in cui si chiede l’espulsione dallo Stato
32
pontificio di tutti i sudditi russi, britannici e svedesi e la chiusura dei
porti dello Stato pontificio.
Appare ormai chiara la direzione che l’imperatore francese vuole
imprimere agli eventi. Di fronte a richieste di tanta gravità (e appog-
giate da massime esiziali per la stessa indipendenza pontificia), Pio VII
convoca l’intero collegio cardinalizio presente a Roma, per interrogarlo
sulle due richieste napoleoniche e stendere la lettera di risposta . Su
33
32 cardinali, solo uno (il francese Lattier de Bayane) si pronuncia a
favore dell’accettazione delle condizioni imperiali, mentre la larghis-
sima maggioranza è per una risposta assolutamente negativa . Il car-
34
dinale Fesch, in quanto rappresentante della potenza interessata, è
escluso dalle discussioni: segue un nuovo, pesante scontro con Con-
salvi , che scava un definitivo fossato fra i due porporati. L’ambascia-
35
tore si vede inoltre negata la conoscenza del contenuto della lettera di
risposta di Pio VII del 21 marzo.
Da questo momento in poi si nota un evidente scollamento fra i due
governi e le rispettive politiche. Se prima, pur in mezzo a tutti i condi-
zionamenti dovuti ai modi schietti e all’occorrenza minacciosi del
30 Lettera di Napoleone a Joseph Fesch, Monaco, 7 gennaio 1806, ibidem.
31 Lettera di Napoleone a Pio VII, Parigi, 13 febbraio 1806, ivi, p. 114.
32 Nota di Joseph Fesch a Ercole Consalvi, Roma, 2 marzo 1806, Documenti relativi
alle contestazioni cit., v. 1, pp. 23-28.
33 Cfr. dispaccio di Ercole Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 8 marzo
1806, Asrs, Aes, Pio VII, Francia, 1803-1807, pos. 99, fasc. 114, cc. 63 v -64 r .
34 Cfr. I. Rinieri, Napoleone e Pio VII cit., pp. 250-251.
35 Cfr. lettera di Joseph Fesch a Pio VII, Roma, 19 marzo 1806, A. Du Casse, Histoire
des négociations cit., v. 1, pp. 95-107, cui si riferisce Consalvi quando scrive a Caprara
che Fesch ha inviato «al Papa la lettera […] che altro non è che un’accusa contro di me
la più effrenata, e la più calunniosa (è lecito per una giusta difesa di servirmi di questo
termine) alterando i fatti, inventando proposte, e risposte che mai hanno esistito, e
dipingendo con tali colori la mia condotta. Creda, Em[inentissim]o, che l’odio, che
questo Signore mi porta, non ha limiti», dispaccio di Ercole Consalvi a Giovanni Battista
Caprara, Roma, 21 marzo 1806, Asrs, Aes, Pio VII, Francia, 1803-1807, pos. 99, fasc.
114, c. 69 r .
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)